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Goethe schtirbt |
© 2010 SUHRKAMP VERLAG, BERLIN |
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Goethe muore |
traduzione di Elisabetta Dell'Anna
Ciancia |
Adelphi - Piccola Biblioteca 639
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Prima edizione: 2013 - 111 pagine -
10,5 x 17,5 cm.
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© 2013 ADELPHI EDIZIONI S.P.A.,
MILANO |
ISBN
978-88-459-2759-1 |
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«Poiché ci eravamo accoccolati
in un angolino riparato dal vento mia
madre potè staccare dallo zaino la cetra
e suonarla. Aveva sempre suonato male la
cetra, a differenza di mia nonna, che
sapeva suonare la cetra come nessun
altro, e quella volta sulla vetta la
suonò in modo catastrofico, ho detto.
Papà la investì perchè la piantasse di
suonare la cetra, ho detto, dopodichè
staccò dallo zaino la tromba e ci soffiò
dentro. Ma il vento scompigliava
selvaggiamente le note della sua tromba
e ben presto gli fece passare la voglia
di suonarla. Infilò la tromba fra due
lastre di roccia e si fece tagliare
dalla mamma due grossi tocchi di pane su
cui mise lui stesso varie fette di
prosciutto. Anche a me diedero da
mangiare, ma io non riuscii a mandar giù
un solo boccone, come si suol dire. Una
tale quiete, disse più volte mio
padre. Il vento divenne ben presto
tormenta, ho detto, e noi credevamo di
dover morire assiderati sul posto».
In questo piccolo gioiello c'è in
nuce tutto Bernhard: qui si ride, ci si
commuove e si pensa. Il racconto che dà
l'irriverente titolo al volume vede il Titano,
ormai allo scorcio della vita, in fase di
bilanci. Ha capito che la letteratura conta
poco o nulla, e non gli resta che un unico
desiderio: incontrare Wittgenstein. Convoca
dunque a Weimar il filosofo, innescando una
serie di esilaranti peripezie. Figura centrale
nell'opera di Bernhard, Montaigne svetta nella
seconda prosa, dove vediamo un giovane
angariato dai genitori rifugiarsi nella torre
avita e trovare lì l'unica alternativa
all'orrore familiare: i libri, e nella
fattispecie i libri di Montaigne. Se la
famiglia è il luogo del castigo, della
reclusione, dell'odio, della distruzione
psicofisica, la torre, la biblioteca, i
filosofi sono l'unica salvezza. Ilare e
straziante è il terzo racconto, in cui due
amici si incrociano in una stazione
ferroviaria. E uno dei due si lascia andare a
un continuo, trascinante "ti ricordi...?»:
ecco allora risorgere l'infanzia e genitori
sadici, amanti della montagna, che costringono
la prole ad arrampicarsi a ora antelucana,
bardata con calzettoni e berretti rossi (per
non sfuggire al soccorso alpino...). E se la
madre, dispensatrice di ceffoni fisici e
morali, pizzica sulla vetta la sua ridicola
cetra, il padre affida a un album da disegno
oscene vedute alpestri. A suggellare il
congedo dai genitori sarà un grande falò di
calzettoni rossi. E in un immane autodafé
culmina l'ultima prosa, resoconto di un sogno
apocalittico, in cui l'Austria
cattolico-nazionalsocialista va finalmente in
fiamme: di quell'universo resterà solo una
distesa di cenere. Salvo poi svegliarsi dal
sogno in un felice altrove e accorgersi che
quelle fiamme hanno risparmiato ciò che più
conta: il ricordo.
- Goethe
muore (Goethe schtirbt).
Prima pubblicazione su "Die Zeit", 19
marzo 1982.
- Montaigne.
Un racconto (Montaigne. Eine
Erzahlung in 22 Fortstzungen). Prima
pubblicazione su "Die Zeit", 8 ottobre
1982.
- Incontro
(Wiedersehen). Prima pubblicazione
in Zeitgeist, Internationale
Kunstausstellung Berlin 1982,
Frölich & Kaufmann, Berlin, 1982, pp.
62-70.
- Andata a
fuoco. Relazione di un viaggio a un ex
amico (In Flammen augegangen.
Reisebericht an eineneinstingen Freund).
Prima pubblicazione in Programmheft
52, "Der Schein trügt" (Programma di
sala 52, L'apparenza inganna),
Schauspielhaus Bochum (Kammerspiel),
1983-84, pp. 98-103.
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