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Midland in Stilfs |
© 1971 SUHRKAMP VERLAG, FRANKFURT AM
MAIN |
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Midland a Stilfs |
traduzione di Giovanna Agabio |
Adelphi - Piccola Biblioteca 752
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Prima edizione: 2020 - 121 pagine -
10,5 x 17,5 cm.
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© 2020 ADELPHI EDIZIONI S.P.A.,
MILANO |
ISBN
978-88-459-3462-9 |
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«Nel mio lavoro, quando qua e
là si formano i primi segni di una
storia, o quando in lontananza vedo
spuntare da dietro una collina di prosa
l’accenno a una storia, gli sparo
addosso». Così dichiarava Thomas
Bernhard nel 1970, un anno prima di dare
alle stampe questo trittico, dove l’alta
montagna che «regna sovrana come natura
assoluta» e le valli del Tirolo popolate
da «pazzi che a migliaia vanno in giro
con la loro pazzia» prestano cupi
bagliori a una scrittura che, se a
tratti si permette un’inconsueta
indulgenza nei confronti dell’intreccio,
subito la contraddice o la trascende.
Dall’insanabile incomprensione che
oppone Midland, villeggiante inglese,
agli abitanti di Stilfs, immersi in un
«inferno di solitudine» e certi non già
di vivere «nel luogo più ideale» ma di
scontare una «immane punizione»,
all’irresistibile, lacerante dialogo tra
un avvocato di Innsbruck, Enderer, e un
cliente che ha il torto di portare un
mantello di Loden identico a quello di
uno zio morto suicida, sino
all’ascensione sul massiccio dell’odiato
Ortles di due fratelli, un acrobata e
uno scienziato, che hanno trasformato
solitudine e paura nella ricerca della
perfezione assoluta – «perfezionarsi
della disperazione» –, il lettore
troverà in queste pagine un esempio
della migliore prosa di Bernhard – un
condensato di sinistra comicità.
Tre racconti:
- Midland a Stilfs - (pag. 9)
- Il mantello di Loden - (pag. 41)
- Sull'Ortles. Notizie da Gomagoi -
(pag. 87)
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