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Korrektur |
© 1975 SUHRKAMP VERLAG, FRANKFURT AM
MAIN |
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Correzione |
traduzione di Giovanna Agabio |
Einaudi - Supercoralli |
Prima edizione: 1995 - 263 pagine -
14,5 x 22,5 cm.
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© 1995 GIULIO EINAUDI EDITORE
S.P.A., TORINO |
ISBN
88-06-13652-6
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"Correggiamo noi
stessi con la massima durezza... ma rimandiamo
la vera correzione, quella che altri
hanno fatto senza esitare da un momento
all'altro..."
Culmine poetico-stilistico della produzione di
Thomas Bernhard, dpo Gelo, Perturbamento
e La fornace, Correzione
(1975) è considerata dalla critica l'opera più
coerente e più complessa dello scrittore. Il
romanzo mette in scena la catastrofe
dell'austriaco Roithamer, docente di scienze
naturali a Cambridge (e larvata controfigura
di Wittgenstein), il quale in anni di febbrili
progetti e folle, perfezionistico lavoro,
costruisce un'abitazione conica per la sorella
- l'unica persona da lui amata - in mezzo a un
bosco, "un cono nel quale la sorella dovrà
abitare in futuro ed essere felice, essere al
colmo della felicità". La gioia non ci sarà,
la risposta al regalo è la morte. Il cono -
rifugio, mausoleo, centro geometrico perfetto
dell'esistenza e del pensiero - è destinato a
scomparire risucchiato da una natura
tentacolare e nemica che pure, a tratti, si
apre pacificante "sul sentiero della scuola e
della vita".
Prigioniero di un sistema delirante, Roithamer
è una tipica figura monomaniacale e paranoica
di Bernhard: in estenuanti "esercizi di
pensiero" corregge, corregge all'infinito il
suo progetto, fino all'estrema autocorrezione:
il suicidio. Migliaia di schizzi, pagine e
pagine di appunti tempestate di cancellature e
interpolazioni sono il legato di Roithamer,
che l'io narrante del romanzo, l'amico
d'infanzia e di anni di comuni riflessioni ed
esperienze ora nella natia Altensam, ora a
Cambrifge esamina, riordina, integra cin la
memoria, nel monologo interiore e nel dialogo
con Höller, l'imbalsamatore, "terzo punto
d'appoggio" del romanzo. E' proprio nella
soffitta di Höller, Roithamer, fuggendo l'odio
della famiglia e la stupidità del mondo,
l'assoluta insensatezza dell'esistere, si
rinchiudeva a pensare e concepire il cono.
Amore e disprezzo, idiozia e violenza,
autodistruzione e morte si incalzano, si
intrecciano nel ritmo ossessionante e asmatico
di menti affette da soffocante claustrofilia
in un romanzo alle soglie estreme del dire
filosofico. |
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In sovracoperta
Herbert Bayer, Metamorphosis, 1936. |
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