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Columbia
- 1 LP - 33QCX 10054 - (p) 07/1954
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Columbia
- 1 LP - 33CX 1155 - (p) 07/1954 |
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EMI
Réfèrences - 1 CD - 5 74792-2 - (p)
2001 |
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Warner
Classics
14 CDs - 0190296739200 - (p) & (c)
2021 |
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Claude Debussy
(1862-1918) |
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Quartetto
in sol minore, Op. 10 |
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27' 07" |
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Animé et très décidé |
6' 44" |
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Assez vif et bien rythmé |
3' 54" |
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Andantino, doucement expressif |
8' 46" |
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Très modéré - Très mouvementé et
avec passion |
7' 43" |
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Darius Milhaud
(1892-1974) |
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Quartetto
n. 12, Op. 252 |
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15' 57" |
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Modéré, Animé, modéré |
4' 43" |
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Lent |
7' 03" |
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Avec entrain
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4' 11" |
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QUARTETTO
ITALIANO
- Paolo
Borciani, Elisa Pegreffi, violino
- Piero Farulli, viola
- Franco Rossi, violoncello
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Luogo e data
di registrazione |
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Milano (Italia) -
12 febbaio 1954 |
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Registrazione: live
/ studio |
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studio |
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Producer / Engineer |
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Prima Edizione LP |
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Columbia | 33QCX 10054
- (Italy) | 1 LP | (p) 1954 | Mono
Columbia | 33CX 1155 -
(England)
| 1 LP | (p) 1954 | Mono
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Prima Edizione CD |
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EMI Réfèrences | 5
74792-2 | CD - 74' 02" |
(p) 2001 | ADD
Warner
Classics |
0190296739200 | 14 CDs
[CD2]
- 43' 08" | (p)
& (c) 2021
| Mono
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Note |
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"Eccomi
giunto all'età
di trentun
anni, scriveva
Debussy
all'amico
Chausson nel
1893, e per
nulla sicuro
della mia
estetica. Ci
sono cose che
non sono
ancora capace
di fare:
creare
capolavori ad
esempio... ".
Raro caso di
modestia,
poichè nello
stesso anno
egli dava luce
allo splendido
Quartetto in
sol minore e
si accingeva a
terminare il
"Prélude a
l'après-midi
d'un faune",
opere in cui
traspare in
maniera non
equivocabile
la sua
personalità.
"Tipico
prodotto del
boulevard
parigino" come
l'aveva
definito la
Signora von
Meck, Debussy
ebbe la
ventura di
vivere nel
clima di Monet
e di Verlaine,
di Renoir e
Mallarmé. Fu
tra i primi in
occidente a
conoscere
Boris Godunov
e ad
afferrarne la
grande lezione
di libertà. E
all'Esposizione
universale di
Parigi del
1889 ascoltò e
comprese la
magia del
gamelang
giavanese.
L'influenza di
elementi così
vari e
disparati si
concreta in
diversa misura
nella musica
di Debussy. Un
esame della
sua concezione
estetica ci
porterebbe
troppo
lontano:
comunque è
indubbio che
egli è
riuscito a
creare una
nuova visione
musicale,
svincolata
dalle pastoie
di un rigido
accademismo
scolastico.
Il Quartetto
in sol minore
fu
faticosamente
elaborato.
"Non riesco a
realizzarlo
come vorrei...
" scriveva
Debussy nel
'93 ad Ernest
Chausson, "ed
è la terza
volta che lo
ricomincio...
". Finalmente
riuscì a
condurre a
termine il
lavoro, che
venne eseguito
alla Societé
Nationale il
29 dicembre
1893 dal
celebre
Quartetto
Ysaye. Il
primo tempo
(animé et très
decidé)
annuncia senza
ambagi un tema
che
ritroveremo
successivamente
più o meno
manipolato nel
corso
dell'opera: in
opposizione si
svolge un tema
più calmo e
più dolce. Il
secondo tempo
(Assez vif et
bien rytmé) ha
l'aria di una
serenata
capricciosa a
causa dei
caratteristici
pizzicati.
L'Andantino
doucement
expressif
(terzo pezzo)
è liricamente
commosso di
una affettuosa
cantabilità
postromantica.
Il finale
(très modéré)
riannoda e
riprende con
nuovo sapore
armonico e
melodico, temi
già
precedentemente
esposti.
··········
"Le pire
est qu'on s'habitue" soleva dire
André Gedalge del suo allievo
Darius Milhaud. In queste brevi
parole si potrebbe condensare il
destino degli uomini di genio:
se possono talvolta
scandalizzare al loro primo
apparire, ci si abitua poi alle
pretese stranezze che diventano
il punto di partenza di una
nuova estetica.
Nato a Aix en Provence nel 1892
e vissuto a Parigi in un'epoca
in cui le rivoluzioni artistiche
si susseguivano senza posa,
Milhaud trovò ben presto la sua
inconfondibile fisionomia.
Il jazz, i ritmi sud-americani,
l'estetique de la foire et du
music-hall, il pathos ebraico e
sopratutto la reazione
all'impressionismo erano e in
parte sono ancora i suoi poli di
attrazione. "Assez de nuages de
vagues et d'aquariumes" avrebbe
potuto ripetere Milhaud col suo
amico Cocteau, "il nous faut une
musique de tous le jours".
Nemico dichiarato del
wagnerismo, la sua musica
costituisce una netta presa di
posizione contro il "flou"
debussista. Le linee melodiche
si rassodano e acquistano
maggior corpo: spesso si
sovrappongono senza tema degli
urti più brutali.
Milbaud sa divertire e giocare
con verve smaliziata e
scanzonata, nelle Saudadea do
Brasil e nel Boeuf sur le toit,
nelle Chansons de negresses o
nel Voyage d'été. Ma è anche
capace di costruire con
sbalorditiva abilità
architettonica, sciorinando con
incredibile facilità Sonate,
Concerti, Complessi dagli
impasti più disparati e ben 17
Quartetti.
Nel dodicesimo Quartetto
sembrano fondersi gli elementi
più affascinanti della sua
personalità: nel primo tempo
(Moderé - Animé - Moderè) e nel
III (Avec entrain) troviamo temi
di una cordialità giovanile
spensierata, sviluppati in
costruzioni ardite e complesse.
Più pensoso e impegnativo è il
secondo tempo (Lent), oasi di
riflessione tra due movimenti
brillanti.
Composto tra il 5 e il 15
febbraio 1945 nell'America del
Nord ove si era rifugiato nel
'40 in seguito all'invasione
della Francia, questo Quartetto
fu eseguito per la prima volta
alla National Gallary di
Washington dal Coolidge
Quartett. Dedicato a Gabriel
Fauré nel centenario della sua
nascita, oltre che una
testimonianza di rispetto a uno
dei padri della musica moderna
francese, riflette probabilmente
un momento di serenità dopo la
bufera degli anni di guerra.
Luigi
La Pegna
(Columbia
33QCX 10054)
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