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1 LP -
2532 063 - (p) 1982
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1 CD -
415 988-2 - (c) 1987 |
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ANTON BRUCKNER
(1824-1896) |
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Symphonie
Nr. 2 c-moll |
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60' 11" |
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Versione: 1877
"Linzer", edizione curata da:
Leopold Nowak |
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1. Moderato
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18' 16" |
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2. Andante |
17' 34" |
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3. Scherzo. Mäßig schnell |
6' 12" |
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4. Finale. Mehr schnell |
18' 09" |
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Berliner
Philharmoniker |
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Herbert von KARAJAN |
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Luogo
e data di registrazione |
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Philharmonie,
Berlino (Germania) - dicembre 1980
& gennaio 1981 |
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Registrazione:
live / studio |
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studio |
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Production |
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Günther
Breest |
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Recording
Supervision |
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Michel
Glotz |
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Balance Engineer |
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Günter
Hermanns |
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Editing |
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Reinhild
Schmidt
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Prima Edizione LP |
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Deutsche
Grammophon - 2532 063 - (1 LP) -
durata 60' 11" - (p) 1982 -
Digitale |
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Prima Edizione CD |
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Deutsche
Grammophon - 415 988-2 - (1 CD) -
durata 60' 11" - (c) 1987 - DDD |
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Note |
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Cover
Design: Holger Matthies, Hamburg
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La Seconda
Sinfonia di Bruckner, la più
ardente e per certi aspetti
la più profetica delle sue
prime Sinfonie, fu iniziata
nell’autunno del 1871, un
mese circa dopo il
quarantasettesimo compleanno
del compositore. Bruckner
aveva passato l’agosto del
1871 a Londra, dove era
stato molto festeggiato per
le sue maestose
improvvisazioni sull’organo
della nuova Royal Albert
Hall. Uno scandalo
concernente una baruffa con
alcune insegnanti del
Collegio di S. Anna, a
Vienna, aveva
temporaneamente offuscato il
suo ritorno nella città dove
stava prendendo forma la sua
carriera, ma sarebbe
imprudente supporre che la
nota angosciosa che
contraddistingue l’ampia
esposizione della Sinfonia
abbia un’origine così
immediata e parrocchiale.
La Sinfonia è, per la più
gran parte,
meravigliosamcnte serena e
fiduciosa, con uno slancio
suo particolare che le
deriva, in modo tipicamente
bruckneriano, dalla capacità
che hanno i suoi temi di
germogliare, fiorire e dar
frutti. Lo struggente primo
tema, enunciato in modo
eloquente dai violoncelli
nel registro acuto, è, da
questo punto di vista, in
tutto tipico del genio di
Bruckner: il ritmo,
l’armonia e la lunghezza
variabile delle frasi
contribuiscono insieme a un
esteso sviluppo. I metri
misti, un altro accorgimento
caro a Bruckner, sono
anch’essi in prima linea in
questa esposizione, e si
sentono per la prima volta
nelle trombe, alla ventesima
battuta. Il primo Gesangsperiode
(passaggio cantabile) di
rilievo è affidato di nuovo
all’eloquenza dei
violoncelli, questa volta in
mi bemolle maggiore, ma la
figura d’ostinato che segue
è tutta anapesti geniali e
rustici trilli, finché
l’oboe e il corno non
ricavano ulteriori ricchezze
melodiche alla fine
dell’esposizione. Qui, dopo
un inizio meditabondo in
minore, la musica si volge a
zone più aperte. I temi
vengono trattati in nuovi
registri e in nuove
tonalità, con uno humour
secco e impassibile. Di
fatto, Bruckner non mette
quasi mai un piede in fallo,
fino a quando non equivoca
sull'arrivo della coda. Fra
il 1873 (l’anno in cui la
Sinfonia fu eseguita per la
prima volta con successo) e
il 1877, il lavoro fu
sottoposto a revisioni da
parte di Bruckner e del
direttore musicale di corte
di Vienna, Johann Herbeck.
Forse nella revisione la
ricaduta nella tonica è un
tantino brusca; ma
un’esecuzione intelligente
del testo del 1877 può
evitare il senso di un
indebito iato a questo
punto.
Il secondo movimcnto, che è
in gran parte in la bemolle
maggiore, è memorabile per
la sua serenità (nella prima
parte, ad esempio, manca un
tutti conclusivo) e
per i primi indizi che ci dà
della speciale abilità di
Bruckner nel raccogliere le
forze intorno a momenti
culminanti che sono tanto
estatici quanto splendidi.
Nel principale di essi, i
violini creano un
trasparente velo di suono
attraverso il quale si
sentono espandersi
maestosamentc legni e
ottoni. Difficile da
realizzare, questo passaggio
fa nondimeno un effetto
straordinario nelle mani di
abili esecutori, al pari del
seguito, profondamente
immaginoso. In tutto il
movimento, la parte delle
viole è particolarmente
ricca. È forse un peccato
che Bruckner abbia eliminato
l’assolo di corno nella
pagina finale, ma il taglio
della ripresa ornata del
primo tema (edizione di
Nowak: “vi-de” cfr. da C a
E) è un raro esempio, in
Bruckner, di un taglio che
migliora il senso, invece di
storpiarlo.
Lo Scherzo, haydniano nello
spirito benchè orchestrato
con formidabile
ostentazione, è integrato da
un Trio vistosamente
indolente, nel quale le
viole hanno di nuovo un
ruolo dominante, e il Finale
ha un carattere
magnificamente impetuoso. Si
osservi come la stridente
entrata degli ottoni alla
trentatreesima battuta venga
trasformata in modo da
assumere carattere motorio.
Tutta questa attività viene
controbilanciata ma metà del
pezzo da un mirabile c
precoce esempio di quel
genere di enorme cadenza
centrale (che qui ci
trasporta verso mi bemolle)
in cui sembra che Bruckner
rivaluti il concetto stesso
di tempo, trasformando il
fare in essere, il chronos
in kairos. Il
materiale della cadenza, che
è imparentato con il Kyrie
della Messa in fa minore,
ritorna nella coda -
gratificante per gli archi,
ed uno dei momenti migliori
di tutta la Sinfonia -
insieme ad una reminiscenza
del tema di apertura della
Sinfonia. Anche questo
passaggio fu tagliato nella
revisione del 1877, un
taglio infelice, che viene
restaurato nella presente
esecuzione, e dà così alla
Sinfonia quella fine
estatica ed esuberante che
ben merita.
Richard
Osborne
(Traduzione:
Silvia Gaddini)
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