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2 LP's
- 2530 776 - (p) 1977
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2 CD's -
427 262-2 - (p) 1977 |
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GUSTAV MAHLER
(1860-1911) |
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Symphonie
No. 2 c-moll
"Auferstehungs-Symphonie" |
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81' 01" |
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Long Playing 1 |
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41' 27" |
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1. Satz: |
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Allegro maestoso |
5' 38" |
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Sehr mäßig und zurückhaltend |
5' 37" |
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Sehr langsam beginennd |
9' 31" |
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2. Satz: |
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Andante moderato |
9' 57" |
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3. Satz: |
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[Scherzo] In ruhig fließender
Bewegung |
10' 31" |
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Long Playing 2 |
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39' 34" |
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4. Satz: |
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"Urlicht" - Sehr feierlich, aber
schlicht - "O Roschen rot!"
(Text from "Des Knaben Wunderhorn") |
5' 10" |
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5. Satz: |
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Im Tempo des Scherzos. Wild
herausfahrend |
1' 40" |
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Langsam |
3' 55" |
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-
Im Anfag sehr zurückgehaltend |
1' 18" |
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Wieder sehr breit |
3' 02" |
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-
Maestoso. Sehr zurückhaltend |
4' 20" |
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Wieder zurückhaltend |
2' 16" |
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-
Langsam. Immer noch mehr
zurückhaltend |
1' 25" |
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Sehr langsam und gedehnt |
2' 30" |
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-
Langsam. Misterioso "Aufersteh'n, ja
aufersteh'n wirst du" |
6' 51" |
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-
Etwas bewegter "O glaube, mein Herz,
o glaube" |
1' 33" |
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-
Wieder etwas zurückhaltend "Was
entstanden ist, das muß vergehen!"
(text after Klopstock's sacred poem
"The Resurrection") |
5' 34" |
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Carol Neblett,
Sopran |
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Marilyn Horne,
Mezzo-Sopran |
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Chicago Symphony
Chorus / Margaret Hillis, Chorus
Master |
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Chicago Symphony
Orchestra |
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Claudio ABBADO |
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Luogo
e data di registrazione |
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Medinah
Temple, Chicago (USA) - febbraio
1976 |
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Registrazione:
live / studio |
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studio |
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Executive Producer |
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Rainer
Brock |
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Recording Producer
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Rainer
Brock |
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Tonmeister
(Balance Engineer)
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Heinz
Wildhagen |
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Prima Edizione LP |
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Deutsche
Grammophon - 2530 776 - (2 LP's) -
durata 41' 27" & 39' 34" - (p)
1977 - Analogic |
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Prima Edizione CD |
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Deutsche
Grammophon - 427 262-2 - (2 CD's)
- durata 41' 27" & 39' 34" -
(p) 1977 - ADD |
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Note |
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Cover Photo:
Herbert Tobias, Hamburg (LP 2530
776)
Cover Illustration:
"Tropical Garden" · Stephen
Bartlett, CCA Galleries (CD 427
262-2)
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La musica
sinfonica di Gustav Mahler
richiede all’ascoltatore una
particolare disponibilità.
Chi è persuaso che la musica
non può essere intesa se non
come arte autonoma, chi si
accosta al sinfonismo di
Mahler con concezioni legate
all’ordine di idee dell’art
pour l'art non può
comprendere l’essenza di
quest’arte. La musica
sinfonica di Mahler è
accessibile solo a colui che
è disposto a guardarla per
ciò che essa in realtà è:
un’arte per molti aspetti
scaturita da idee e
concezioni religiose,
filosofiche e letterarie.
In Mahler come in nessun
altro cornpositore del
secolo XIX si congiungono
strettamente fede religiosa,
visione del mondo e musica
sinfonica. Costituiscono un
mondo spirituale multiforme,
che si deve conoscere, se si
vogliono comprendere bene le
Sinfonie di Mahler. Mahler
stesso intendeva alcuni
lavori come espressione
della sua visione del mondo,
ed è significativo il fatto
che parecchi dei suoi
contemporanei parlassero del
suo sinfonismo come di una
“musica rnetafisica”. Le sue
Sinfonie erano spesso
circondate dall’aureola del
misterioso e del mostruoso.
Per molti Mahler era “teso
alla ricerca di Dio”,
“mistico”, “filosofo che
scrive sinfonie”, in breve:
un sinfonista fuori della
norma, la cui opera era
oppressa da un greve
fardello metafisico.
Simili definizioni, per
strane che possano parere,
non sono così fuorvianti, e
lo si intende pienamente se
ci si rende conto che di
fatto al centro del pensiero
mahleriano stavano problemi
metafisici. L’interrogativo
sul senso dell’esistenza e
sulle “cose ultime” lo
assillò in tale misura che
si può parlare perfino di
una agonia metafisica.
La Seconda Sinfonia
è l’opera di Mahler in cui
l’aspetto
religioso-metafisico della
sua arte si manifesta nel
modo più chiaro. L’argomento
di questo lavoro è di natura
escatologica, in senso
teologico. Con la concezione
“a programma” della Sinfonia
e con l'inserzione di testi
poetici Mahler cercò in
forma artistica di dare una
risposta a tutti gli
interrogativi sui quali il
suo pensiero si arrovellava:
le domande sul senso della
vita e della morte e sulla
condizione dell’uomo e del
mondo alla fine dei tempi.
La fede che egli così
professava è un Credo
nell’immortalità formulate
in modo molto personale. Il
testo di cui scrisse
appositamente i versi per il
Finale della Sinfonia
culmina nella certezza
“Morirò per vivere!”
La genesi della Sinfonia,
estremamente interessante e
istruttiva, documenta che
Mahler “lottò” veramente a
lungo con la materia ideale
dell’opera. Il suo “germe”
fu un poema sinfonico in un
solo movimento, dal titolo
“Todtenfeier” (cerimonia
funebre), che era stato
scritto seguendo un
programma dettagliato ed era
già stato finito a Praga nel
settembre 1888. Passarono
anni, prima che Mahler
avesse l’idea di rielaborare
questa composizione
facendola divenire una
grande Sinfonia in cinque
movimenti. In ogni caso finì
solo nell’estate 1893 il
secondo tempo e lo Scherzo,
che sostanzialmente
rappresenta la versione
sinfonica di uno dei suoi
Lieder da “Des Knaben
Wunderhorn”, e cioè “Des
Antonius von Padua
Fischpredigt” (“La predica
ai pesci di Antonio da
Padova”). Basò il quarto
movimento su un testo tratto
da “Des Knabcn Wunderhorn”,
la poesia “Urlicht” (“Luce
primordiale”), che si pone
in rapporto con il soggetto
del “Todtenfeier” e dà
espressione poetica
all’antico anelito alla unio
mystica con Dio: “Son
venuto da Dio e voglio
ritornare a Dio! / L’amato
Dio mi darà una piccola
luce, / che brillerà per me
fino alla vita eternamente
beata.”
Solo dopo lunga ricerca
Mahler trovò il testo per il
Finale. In una lettera al
Dr. Arthur Seidl scrive che
“perlustrava l’intera
letteratura mondiale fino
alla Bibbia per trovare la
parola liberatrice”, e fu
infine costretto “a dare da
se stesso parola a
sentimenti e pensieri”.
Racconta che ebbe l’impulso
decisivo a far ciò alla
cerimonia funebre per Hans
Von Bülow ad Amburgo nel
marzo 1894: “Lo stato
d’animo che dominava in me
mentre me ne stavo là seduto
pensando allo scomparso,
corrispondeva proprio allo
spirito dell`opera, che era
allora in gestazione. - Ecco
che il coro intonò
dall’organo il Corale su
testo di Klopstock Aufersteh’n!
- Ne fui colpito come da una
folgore e tutto appariva
chiaro e limpido alla mia
anima!”
Il Finale della Seconda
(terminato nel giugno 1894)
può essere descritto come un
grandioso “quadro musicale”
del Giudizio Universale,
della Resurrezione e della
vita eterna. Nella parte
puramente strumentale di
questa pagina Mahler delinea
l’immagine monumentale di
una visione apocalittica del
Giudizio finale ricorrendo a
mezzi giganteschi. Due
sezioni della partitura
portano nell’autografo i
titoli “Colui che chiama nel
deserto” e “Il grande
appello”. Poi la parte
vocale si basa su due strofe
del testo scritto da Mahler
a completamento del corale.
Esse implicano una
professione di fede nella
vita dopo la morte, in
particolare nella dialettica
del “muori” e “divieni”.
Se si tiene presente la
grandiosità dell’argornento,
si può comprendere meglio
perchè questa così detta
“Sinfonia della
Resurrezione” spezza
violentemente la cornice
tradizionale del genere
sinfonico. La Seconda di
Mahler, per quanto riguarda
l’impianto e l’organico, è
insieme sinfonia, cantata,
oratorio e mistero di
redenzione. Si orienta al
modello della Nona di
Beethoven come alle
concezioni di Wagner, che
cercava di unire arte e
religione.
I cinque tempi di
quest'opera sono raggruppati
in tre parti. La prima è
formata dal movimento
iniziale, la seconda dal
successivo. La terza parte
comprende i movimenti dal
terzo al quinto, che devono
seguire l’uno all’altro
“Senza alcuna interruzione”.
“Una pausa di almeno cinque
minuti” deve separare il
primo dal secondo movimento.
La partitura prescrive due
voci soliste, coro misto e
un gigantesco complesso
orchestrale, che comprende,
oltre agli archi e a un
ampio numero di fiati,
l’organo, strumenti fuori
del palcoscenico e un grande
gruppo di strumenti a
percussione (7 esecutori).
Mahler ha più volte spiegato
le concezioni programmatiche
delle sue prime quattro
Sinfonie in colloqui e
lettere rivolte a diversi
destinatari. Del programma
della Seconda esistono
almeno tre versioni, che
divergono nella forma e
talvolta in alcuni
particolari ma che
mantengono le stesse
immagini, concezioni e
percorsi ideali. La terza
versione (che Mahler accluse
a una lettera alla
fidanzata, Alma Schindler)
suona così:
Siamo
accanto alla bara di un
uomo amato. Davanti alla
nostra immaginazione
passano ancora una
volta, per l’ultima
volta, la sua vita, le
sue lotte, le
sofferenze, il volere, E
in questo grave momento,
che scuote l’anima nel
più profondo,
nell’istante in cui
respingiamo, come si
scosta una coltre, tutto
ciò che di quotidiano ci
confonde e ci avvilisce,
allora una voce
tremendamente severa ci
tocca il cuore, una voce
che non riusciamo a
cogliere nell’assordante
frastuono della
giornata:
“Ed ora?
Che cos’è la vita - e la
morte?
C’è per
noi una sopravvivenza?
È tutto
soltanto un confuso
sogno, o la vita e la
morte hanno un senso?”
E a queste
domande dobbiamo dare
una risposta, se
vogliarno continuare a
vivere.
I tre
movirnenti successivi
sono concepiti come
Intermezzi.
Secondo
Movimento: Andante
Un momento
felice nella vita di
questa persona cara
scomparsa, e un ricordo
malinconico della sua
giovinezza e della
perduta innocenza.
Terzo
Movmento: Scherzo
Lo spirito
della incredulità, della
negazione si è
impadronito di lui; egli
guarda nel tumulto delle
apparizioni e insieme
con la pura coscienza
infantile perde la salda
fermezza che è data solo
dall’amore; dispera di
sé e di Dio. Il mondo e
la vita gli appaiono
come confusi fantasmi;
la nausea di tutto
l’Essere il Divenire lo
afferra con un pugno di
ferro e lo spinge a
urlare di disperazione.
Quarto
Movimento: Urlicht
(assolo di contralto)
La
toccante voce della fede
ingenua risuona al
nostro orecchio. “Son
venuto da Dio e voglio
ritornare a Dio! L’amato
Dio mi darà una piccola
luce, che brillerà per
me fino alla vita
eternamente beata.”
Quinto
Movimento
Siamo di
nuovo di fronte a tutti
i terribili
interrogativi, e allo
stato d’animo della fine
del primo movimento.
Risuona la voce di colui
che chiama: è giunta la
fine di ogni cosa
vivente, si annuncia il
Giudizio Universale e
irrompe tutto il terrore
del giorno finale.
La terra
trema, si spalancano le
tombe, i morti si levano
e vanno in schiera
infinita. I grandi e i
piccoli di questa terra,
i re e i mendicanti, i
giusti e gli scellerati,
tutti vogliono andare -
al nostro orecchio
risuona terribile
l'invocazione alla
misericordia e alla
grazia. Il grido si leva
sempre più spaventoso,
tutti i sensi vengono
meno, ogni coscienza
svanisce all’avvicinarsi
dell’Eterno Spirito.
Il Grande
Appello
risuona -
chiamano le trombe
dell’Apocalisse; nel
mezzo di un orrendo
silenzio crediamo di
sentire quasi un
usignuolo, lontano,
lontano, come un’ultima
tremula eco della vita
terrena! Lieve risuona
un coro dei beati e dei
celesti: “Risorgerai,
sì, risorgerai!” Si
manifesta allora la
magnificenza di Dio! Una
meravigliosa, mite luce
ci penetra fino al cuore
- tutto è pace e
beatitudine! Ed ecco:
non c’è giudizio, non ci
sono peccatori, giusti,
grandi, piccoli, non c'é
punizione o premio!
Un
onnipotente sentimento
d’amore ci pervade
illuminandoci con una
coscienza e una
esistenza di
beatitudine.
Una
approfondita analisi della
partitura che tenga conto
delle spiegazioni
programmatiche e di altri
dati può mostrare che Mahler
illustra le sue concezioni
con una serie di simboli
musicali che possiedono un
significato extramusicale.
L’analisi della partitura
dimostra inoltre che tra i
singoli movimenti esistono
rapporti tematici, che
accentuano il carattere
ciclico dell’opera. Così il
primo movimento, lo Scherzo
e il quarto movimento sono
collegati tematicamente con
il Finale.
Il primo tempo, costruito
secondo lo schema della
forma-sonata, è una
composizione originale
(nonostante numerose
reminiscenze di Beethoven,
Bruckner, Wagner) nella
impostazione e nella
concezione complessiva, una
pagina in cui si avvicendano
sezioni con carattere di
marcia funebre, quasi da requiem,
e sezioni drammaticamente
mosse. Il carattere
fondamentalmente cupo e
solenne si rischiara solo in
pochi momenti.
Il secondo movimento è
l’unico della Sinfonia che
non presenta alcun rapporto
tematico con gli altri. Si
articola in cinque parti
secondo lo schema: sezione
principale - Trio - sezione
principale - Trio - sezione
principale. La sezione
principale è un Ländler
“comodo”; il Trio presenta
caratteri da Scherzo.
L’originalissimo Scherzo fu
definito da Mahler “uno
strano pezzo di spaventevole
grandezza”. È ricco di
figurazioni tematiche e
culmina in una sonorità
dissonante, tenuta a lungo,
che Mahler spiegava come
“grido di disperazione”.
Il quarto movimento, un
toccante Lied con orchestra,
rivela l’aspetto di riposta
ingenuità dell’arte di
Mahler.
Il Finale si basa su
numerosi temi e motivi. Tra
i più importanti sono un
tema del “Dies irae”, un
tema della resurrezione e un
tema dell’eternità.
Particolare attenzione
merita il passo ai numeri 29
e 30 della partitura, subito
prima del primo attacco del
coro. I corni e le trombe
posti fuori dell’orchestra,
che devono “suonare da
direzioni opposte, enunciano
il "Grande Appello". Il
canto dell'usignolo, ricco
di colorature, che viene
imitato dal flauto e
dall'ottavino, deve essere
inteso secondo la volontà di
Mahler come "un'ultima
tremula eco della vita
terrena".
Constantin
Floros
(Traduzione:
Paolo Petazzi)
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