ISTITUTO GEOGRAFICO DE AGOSTINI


1 CD - GMD 1/6 - (c) 1989

I MAESTRI DELLA MUSICA








Georg Philip TELEMANN (1681-1767)
Concerto per Flauto, Violino, Archi e continuo in La maggiore

28' 35"


- Largo
4' 52"

1

- Allegro 9' 06"

2

- Grazioso
5' 03"

3

- Allegro 9' 34"

4

Concerto per 2 Flauti, Archi e continuo in La minore

9' 45"


- Gravement
2' 37"

5

- Vistement 1' 46"

6

- Largement 2' 40"

7

- Vivement 2' 42"

8

Concerto per 3 Oboi, 3 Violini e continuo in Si bemolle maggiore

11' 15"


- Allegro 4' 42"

9

- Largo 2' 21"

10

- Allegro 4' 12"

11

Concerto per Flauto, Oboe, Fagotto e continuo in Re minore

17' 42"


- Andante · Vivace
8' 30"

12

- Largo 4' 21"

13

- Allegro, Cantabile, Allegro
4' 51"

14





 
ARS REDIVIVA ENSEMBLE / Milan Munclinger, direttore Supraphon Studios, Prague
 






Manufactured
Tecval Memories SA (Switzerland)

Prima Edizione LP
Supraphon | 1 10 1045 | (p) 1971 | (1/11)
Supraphon | SUA ST 50407 | (p) 1964 | (12/14)


Edizione CD
De Agostini | GMD 1/6 | 1 CD - durata 68' 02" | (c) 1989 | ADD

Note
-












Telemann (1/11)


Telemann (12/14)
 
3 CONCERTI
Nel 1721 Telemann si trasferì ad Amburgo, dove la sua già frenetica attività musicale subì un ulteriore incremento. Tra l'altro, il compositore trovò il tempo di dedicarsi personalmente alla stampa di alcune sue partiture; uno dei frutti di questa attività fu l”edizione del 1733 della Musique de table. Infatti, per questa pubblicazione, Telemann non ricorse all'aiuto di nessun editore, coprendone le spese con una prevendita per sottoscrizione; questa fu aperta nel 1732 e vi aderirono in poco tempo ben 186 sottoscrittori, sparsi per tutta Europa, che garantirono la vendita di 206 copie e che testimoniano la vastissima fama di cui godeva il musicista.
La Musique de table è l'opera che meglio evidenzia il ruolo di anello di congiunzione svolto da Telemann nel passaggio tra l'età barocca e quella che potremmo definire proto-classica, in un momento in cui la vita musicale iniziava ad avere salde radici anche nel ceto borghese. La raccolta riunisce le tradizioni musicali barocche e le tendenze d'avanguardia, legate a volte alla moda del tempo, presentate attraverso tutti i tipi di organizzazione formale della musica strumentale. In questo modo il compositore riuscì a soddisfare, oltre che una vastissima fascia di gusti musicali, le esigenze dei più vari organici strumentali, dalle nutrite orchestre di corte ai com-
plessini familiari. Così ci pare che il titolo di Musique de table meriti di essere più sottilmente interpretato non solo come un'offerta di musiche daeseguirsi durante lo svolgimento di banchetti o feste, ma anche come l'occasione di poter assistere a una nutrita e variegatissima degustazione di tutti i modi di organizzare, comporre e, alla fine, servire la musica.
Il piano dell'opera, molto ambizioso e complesso, presenta un'elaborata organizzazione della materia sonora, divisa in tre grandi sezioni o libri, o meglio ancora, come lo stesso Telemann riferisce nel frontespizio della stampa, “Produzioni”. Ognuna di queste procede simmetricamente secondo un'identica successione di brani: in apertura un'ouverture-suite seguita da un quartetto, quindi un concerto, un trio, un solo e, infine, la conclusione, che, con perfetto equilibrio formale, chiude la sezione utilizzando la stessa tonalità e lo stesso organico delllouverture iniziale. Dal punto di vista dello stile musicale, assistiamo a un pronunciato assemblaggio della tecnica francese e di quella italiana, le due “maniere” che in quegli anni si stavano contendendo un buon numero delle partiture di tutta Europa. La loro sintesi, evento storico-musicale di grande portata, elabora i presupposti di un nuovo stile e di un nuovo gusto, al di là del tipico frazionamento barocco in scuole locali.
Il Concerto in la maggiore per flauto traverso, violino, archi e continuo è tratto dalla prima “Produzione” della Musique de table: tra le sue caratteristiche peculiari è da sottolineare la condotta concertante della parte del violoncello, del tutto indipendente dal basso continuo, mentre la scritturaa cinque voci degli archi rivela reminiscenze della tradizione stilistica francese. La successione dei tempi segue l'antica serie dei movimenti della sonata da chiesa (due tempi lenti, ognuno dei quali seguito da un tempo veloce); invece, le singole sezioni riflettono pienamente il carattere e la struttura del concerto strumentale italiano. Non trascurabile è la tendenza a sottolineare con impegno la cantabilità degli assoli, soprattutto nei tempi lenti, e una certa pulsione ritmica dei ritornelli. Da notare poi l'inserimento nei tempi veloci di sezioni mediane sommesse e malinconiche. D'altro canto, già l`ascolto del Largo introduttivo mostra un'impostazione musicale di dimensioni assai più ampie e d'intreccio delle parti assai più complesso rispetto ai contemporanei concerti italiani. Nella composizione di Telemann il lungo ritornello iniziale è carico di un'estatica, ma ugualmente solenne, cadenza di danza; questa acquista sul finire un passo più deciso, cheprepara all'ingresso del flauto, il cui intervento è sorretto e poi concluso dagli archi. La frase è subito ripetuta interamente con l'ausilio del violino, mentre il secondo episodio presenta il primo assolo del violoncello. Nell'Allegro che segue, l'organizzazione formale perde ulteriormente linearità, per risolversi in una più assidua e serrata frantumazione del discorso musicale. Da notare, come abbiamo già accennato, l'improvviso inserimento di una sezione mediana assai soffusa, in cui emergono dal silenzio, decorato soltanto da un lieve pizzicato, le voci del violino e del flauto che si rincorrono e si chiamano. Il successivo Grazioso presenta, con tre brevi interventi in successione, il flauto, il violino e il violoncello che, a partire dal terzo episodio, propongono insieme un'interessante ornamentazione sonora. Una transizione conduce a un nuovo Allegro segnato dal ripetersi di un energico ritornello, interrotto ancora una volta da una pausa introspettiva condotta dagli interventi dei solisti e del violoncello.
Il Concerto in la minore per 2 flauti traversí, archi e continuo (originariamente per 2 flauti diritti, archi e continuo) fu composto con probabilità a Sorau, dove Telemann visse dal 1705 fino al 1708, svolgendo il ruolo di Kapellmeister della locale corte. La composizione è quindi testimonianza  della sua attività giovanile e dell'interesse che in quegli anni di formazione il musicista mostrò nei confronti dello stile francese. Tale influenza si evidenzia in questo concerto, oltre che nelle denominazioni in lingua francese dei tempi, nell'organizzazione della forma e nell'estrema e squisita eleganza della struttura ritmico-musicale. S'inizia con un Gravement dominato da un grande nitore formale, nella perfetta e chiara alternanza dei tre interventi del tutti e dei tre episodi solistici impostati sulle voci dei flauti. Questi sono sorretti sempre e solo dal basso continuo, a eccezione di un breve e conclusivo intervento degli archi. Il Vistement, al contrario, presenta gli archi anche negli episodi in cui interrompono brevemente il discorso dei flauti oppure in cui, come verso la conclusione, semplicemente lo rendono più fitto. Il Largement, lento e cadenzato, crea un'atmosfera affettuosamente intima, bellissima nella sua sobrietà, che trova il suo punto di forza nella semplicità del fraseggio e della struttura musicale; questa tra l'altro è identica a quella del Vivement che segue e conclude il concerto:quattro lunghe frasi musicali, di cui la seconda e la quarta sono un 'Da capo' della prima e della terza, divise, attraverso l'alternanza dei solisti e degli archi, in quattro incisi.
Il Concerto in si bemolle maggiore per 3 oboi, 3 violini e continuo esprime magistralmente la fantasia formale e, soprattutto, la libera ricerca timbrica che accompagnano l'intero itinerario creativo di Telemann. Qui il riferimento del compositore consiste essenzialmente nella tipologia e nello spirito del concerto italiano: non tanto per la tripartizione dei tempi o perché traspare l'alternanza tutti-soli, quanto piuttosto per lo spiccato interesse, nella scelta e nella condotta dei due piccoli gruppi strumentali, per una sperimentazione di più libere soluzioni timbriche e per il tentativo di tastare e ricercare nuove istanze foniche. Il primo tempo è un Allegro, in cui Telemann mostra subito le sue intenzioni nel continuo e incessante procedere dei due gruppi con domande e risposte e con la realizzazione di effetti d'eco e di rimbalzi acustici. Il tutto è complicato dall'emergere negli episodi di singole voci di oboi e violini su un ritmo ostinato. Il successivo Largo, breve e intensissimo, è interamente giocato su un registro di estrema drammaticità e di concentrata introspezione. L'Allegro conclusivo ha le caratteristiche del moto continuo, sottolineare da Telemann attraverso un ritmo pulsante ed energico e una continua ripetizione di un identico materiale tematico. Viene dapprima proposta una lunga sezione che ha le funzioni di ritornello, composta dalla successione tutti-oboi-tutti-violini-oboi e violini. Questo periodo viene quindi ripetuto per intero una seconda volta, poi subentra un episodio regolato dall'intreccio dei vari strumenti, cui segue la replica del ritornello. A questo punto ci si attenderebbe un nuovo episodio; invece si ascolta ancora il primo, e il tempo è concluso dalla riesposizione della sezione-ritornello.

QUARTETTO IN RE MINORE PER FLAUTO
TRAVERSO, OBOE, FAGOTTO E CONTINUO
Originariamente, l'organico strumentale del Quartetto in re minore per flauto traverso, oboe, fagotto e continuo, tratto dalla seconda “Produzione”, era composto da 2 flauti traversi, un flauto diritto e il continuo. Nel nostro caso, la composizione è presentata in una versione che sostituisce un oboe a un flauto traverso e un fagotto al flauto diritto. In questa partitura, Telemann abbandona le reminiscenze barocche, ancora evidenti nel Concerto in la maggiore per flauto traverso, violino, archi e continuo dominato da una visione musicale sfolgorante e varia come un arazzo, per rifugiarsi in una dimensione più raccolta e familiare, sorretta dalla volontà di semplificazione. Il tutto è ottenuto attraverso un gusto attento ed elegante, privilegiando una scrittura musicale che anticipa l'estetica “galante'. Questa anticipazione è riscontrabile non tanto nei primi due tempi del quartetto, un Andante e un Vivace che nelle loro sezioni interne procedono con una linearità del tutto esemplare, quanto soprattutto nel Largo che li segue e nell'affettuosa pausa (Cantabile) che spezza il ritmato procedere dell'Allegro conclusivo.
Massimo Rolando Zegna