ISTITUTO GEOGRAFICO DE AGOSTINI


1 CD - GMD 1/16 - (c) 1989

I MAESTRI DELLA MUSICA









Johann Sebastian BACH (1685-1750)
Toccata e Fuga in Re minore, BWV 565
8' 44"
1

Preludio e Fuga in Do minore, BWV 546

13' 53"
2

Corale "Erzlich tut mich verlangen", BWV 727

2' 38"
3

Preludio e Fuga in Mi minore, BWV 548

13' 22"
4

Corale e Fughetta su "Wir Glauben all'an einen Gott", BWV 681
2' 41"
5

Corale "Vater unser im Himmelreich", BWV  683

2' 20"
6

Variazioni canoniche sul Corale Natalizio "Vom Himmel hoch, da Komm' ich her", BWV 769

13' 55"
7





 
Jiri Reinberger, Organo Michaelis-Kirche, Zwolle (Holland) -  10-15 July 1962
 






Manufactured
Tecval Memories SA (Switzerland)

Prima Edizione LP
Supraphon | SUA 10490 | (p) 1963 | (1,7)
Supraphon | SUA 10489 | (p) 1963 | (2-6)


Edizione CD
De Agostini | GMD 1/16 | 1 CD - durata 58' 35" | (c) 1989 | ADD

Note
-












Bach (1,7)


Bach (2-6)



7 COMPOSIZIONI PER ORGANO
Per Bach l'esperienza organistica fu un prediletto diario di lavoro, un'occasione di studio e di preghiera, di intimo colloquio e di ricerca spirituale; un'esperienza che accompagnò l'intero itinerariocreativo attraverso lo svolgimento di circa 250 opere, di cui un centinaio “libere”, ossia non liturgiche. L'insieme è di difficilissimo ordinamento crònologico, a causa soprattutto delle lacune storico-biografiche relative al musicista, la cui opera, audacemente antica e d'avanguardia al medesimo tempo, fu, vivente l'autore e per molti anni ancora, conosciuta e ascoltata da pochi; cosicché, oggi si è soliti suddividerla in relazione ai luoghi ove egli visse e operò. Ancora più incerti e oscuri sono per noi gli anni di formazione artistica e di prima attività, che Bach essenzialmente trascorse con il ruolo di organista in chiese luterane di diverse città. Sin dalle prime opere, l'autore rivela una personalissima inclinazione alla diversità, al cosmopolitismo, che lo condusse a mettere alla prova, attraverso una ricerca continua di perfezione e un avido bisogno di nuove esperienze e stimoli, diversi stili e svariate forme musicali. Benché la già matura padronanza del mezzo organistico ci confonda, la celebre Toccata e fuga in re minore BWV 565 è un prodotto di questi primi anni. Bach la compose prima del 1708, probabilmente a Mühlhausen se non addirittura ad Arnstadt. La composizione ci mostra l'idea che Bach si era fatto del caratteredell'organo, patetico e sovrannaturale, potente e sensibile, ricchissimo di colori; ma ci illustra anche come il musicista concepisse la virtuosità: una serie di figure armoniche arditissime, una dinamica animata, modulazioni e accenti appassionati, che, come alcune fonti riportano, sconcertavano la comunità dei fedeli della parrocchia di Arnstadt. Ancora oggi il brano colpisce per la forza emotiva impetuosa, lo slancio audace, il virtuosismo. La forma è ottenuta di forza, attraverso il vigore gestuale, piuttosto che attraverso una struttura di combinazioni contrappuntistiche, che, con la mirabolante tecnica musicale di far nascere la composizione dall'esaustivo utilizzo di tutte le possibilità insite nel tema stesso, si sarebbe sviluppata con le opere a venire. L'originale forma della toccata per strumento a tastiera è dotata di un carattere d'improvvisazione, di un brillante ed esibizionistico virtuosismo. Qui la sua tipica alternanza di episodi figurativi e fugati è ridotta a una tripartizione, dove un'ampia fuga è incorniciata da due sezioni figurative. La prima di esse è dotata di un tono trionfante. All'esposizione del famoso tema seguono rapidi disegni ascendenti e discendenti, che sfociano in un maestoso finale. Con lapidari blocchi di accordi e un veloce pedale, esso introduce al clima della fuga, dallo spirito molto simile a quanto già ascoltato. La struttura è dotata di uno sviluppo libero e fantasioso, singolarmente composto da una serie di episodi. La terza e ultima sezione ripete lo stile della toccata d'apertura, con i medesimi mezzi figurativi e accordali, ancor più intensificati.
Nel 1708 inizia il secondo soggiorno di Bach a Weimar. Qui il musicista svolgerà le funzioni di organista di corte e, successivamente, di Konzertmeister. Sulla spinta delle commissioni del principe regnante, il duca Guglielmo Ernesto di Sassonia-Weimar, alla sintesi di tutte le precedenti esperienze si aggiunse l'influenza della scrittura concertante italiana. Il Preludio e fuga in do minore BWV 546 è testimonianza di come a Weimar si forgi l'originale linguaggio organistico maturo di Bach. Non a caso, la maggior parte della produzione del compositore per questo strumento è concentrata in tale periodo. La composizione è tra i testi bachiani più importanti e, nella sua grandiosa e suggestiva struttura musicale, rivela l'affermazione, nel campo delle opere libere per organo, di una più chiara ripartizione a contrasto in preludio e fuga.
Già nel Seicento, il corale luterano (canto liturgico affermatosi con la Riforma con lo scopo di avvicinare e rendere partecipi le masse dei fedeli) divenne punto di partenza per l'elaborazione di corali organistici che utilizzavano le melodie luterane, spesso di origine profana e popolare, dotate di testi in volgare. Bach compose circa 170 corali per organo. Questi presentano una vasta gamma di tipi formali, che possono oscillare da composizioni molto semplici fino a brani complessi e difficili, per trasformarsi a volte addirittura in una serie di variazioni. Il Corale 'Herzlich tut mich verlangen' BWV 727, composto da Bach negli anni di Weimar, è esempio di come il compositore, sulle tracce di Sweelinck e dei successivi Pachelbel e Buxtehude, prosegua lo sviluppo di tale genere musicale, donandogli un perfetto impianto stilistico. Affascinante e abilissima è la maniera con cui Bach adatta le forme musicali e i mezzi tecnici al significato spirituale insito nel testo.
Dopo il “profano” soggiorno di Köthen, nel 1723 Bach si trasferì a Lipsia,grande città luterana di intensa attività religiosa e musicale, dove avrebbe lavorato fino alla morte. In quegli anni, il compositore riprese con decisione a scrivere per l”organo e si preoccupò di stendere nuove versioni e di sistemare in cicli unitari, destinati alla pubblicazione, opere precedentemente elaborate. La composizione del Preludio e fuga in mi minore BWV 548 è da far risalire agli anni 1727-31 circa. Il brano prosegue il decorso strutturale che, in parallelo ai corali, conduce le composizioni organistiche libere da una forma articolata in più parti a un'architettura unitaria. L'opera è una delle poche libere per organo di Bach delle quali si abbia la copia autografa. Il preludio possiede un impianto grandioso nel quale è lontana qualsiasi proposta d'improvvisazione, mentre, in aderenza col tardo stile bachiano, riscontriamo la tendenza a una razionale elaborazione della polifonia e all'impiego di un severo, ma sempre ingegnoso, contrappunto. La fuga, purtroppo, s'interrompe alla ventesima battuta ed è stata successivamente completata grazie a frammenti e abbozzi autografi. L'impianto comunque è diverso e strutturato in tre sezioni che, pur presentando difficoltà tecniche rilevanti, mantengono un andamento libero.
Il terzo dei quattro libri che compongono la raccolta bachiana del Klavier Übung è dedicato alla presentazione di una serie di corali organistici, tutti composti entro il 1739. La successione si apre con un grande preludio, a cui seguono i 21 corali. Incontriamo quindi 4 duetti, destinati con tutta probabilità al clavicembalo. A conclusione, è posta una vasta fuga. L'insieme mira a un arricchimento tecnico-manuale e contemporaneamente spirituale. La fonte è da ricercarsi nei due catechismi luterani: il piccolo, destinato alla massa dei fedeli, e il grande, destinato alle persone colte. Ugualmente, i corali, che propongono un'intima meditazione sui temi principali dei catechismi, oltre a disporsi nell'ordine della messa luterana, si suddividono in due serie ordinate a coppie. I grandi corali sono complesse e austere elaborazioni polifoniche. Ognuno di essi è seguito da un piccolo corale che riprende, in pagine più brevi, il tema appena esposto. Sono brani che non richiedono l'uso della pedaliera e che quindi, in aderenza alla destinazione luterana, possono essere eseguiti anche su un piccolo organo da casa o su qualsiasi strumento a tastiera. Questi pezzi possono avere fisionomie diverse: alcuni sono fughette, altri semplici elaborazioni contrappuntistiche. I due piccoli corali qui presentati affrontano due fondamentali tematiche: l'atto di fede (Fughetta su 'Wir glauben all'an einen Gott' BWV 681) e il Pater Noster ('Vater unser im Himmelreich' BWV 683). L'ascolto evidenzia una ricerca di semplificazione, che si risolve in una rinuncia a ogni estetismo e facilità di comunicazione per far perno su un assoluto rigore contrappuntistico e su una severa disciplina spirituale.
Con le Variazioni canoniche BWV 769 giungiamo all'ultima tappa dell'itinerario artistico di Bach, da noi qui ripercorso attraverso il filo conduttore delle opere per organo. La ricerca musicale bachiana dell'ultimo decennio presenta una radicalizzazione della tendenza all'evidenziamento dell'aspetto scientifico-matematico, fortemente cerebrale, della musica. Nascono sotto questo segno le ultime vertiginose e problematiche opere, potentemente astratte e speculative, di decisa ricerca teorica; brani che, pur procedendo a ritroso nel recupero e nello studio della grande e antica tradizione polifonica medievale e rinascimentale, squarciano inquietanti vortici prospettici verso orizzonti e possibilità musicali inaspettati e che non fecero altro che isolare ancora di più Bach da un'epoca che si stava sperisieratamente avviando a un gusto galante. Le Variazioni furono presentate da Bach nel 1747 come saggio d'ammissione alla Sozietat der musikalischen Wissenschaften, un'associazione che promuoveva le ricerche scientifiche sulla musica. La composizione, travagliatissima nella stesura, presenta la melodia del corale natalizio 'Vom Himmel hoch, da komm 'ich her', che diventa puro pretesto per lo svolgimento di cinque variazioni. Come nell'Arte della fuga, anche in questo caso Bach sembra disinteressarsi al fruimento fonico, all'utilizzazione pratica, per proporre delle pagine essenzialmente dedicate alla lettura, allo studio. L'interesse, il senso più profondo, è da ricercarsi nella volontà di ottenere, attraverso un'eccelsa tecnica contrappuntistica, una realizzazione astratta e sapienziale. Questa mira, passando per un'iniziazione intellettuale, artistica e scientifica, per la quale sono indispensabili capacità di autocontrollo e disciplina, ascetismo e capacità di contemplazione, alla conquista di una mente superiore, al raggiungimento di una serena sapienza onnicomprensiva, che eroicamente sfida le visibili ma sempre sfuggenti leggi armoniche dell'universo.
Massimo Rolando Zegna