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1 CD -
GMD 3/8 - (c) 1990
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I MAESTRI DELLA
MUSICA
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Modest
MUSORGSKIJ (1839-1881)
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Quadri
di una Esposizione |
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32' 35" |
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Promenade
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1' 48" |
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1 |
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- Gnomus
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2' 21" |
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2 |
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-
Promenade
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0' 52" |
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3 |
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-
Il vecchio castello
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4' 24" |
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4 |
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-
Promenade |
0' 29" |
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5 |
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-
Tuileries |
1' 10" |
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6 |
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-
Bydlo |
2' 34" |
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7 |
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-
Promenade |
0' 39" |
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8 |
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-
Balletto dei pulcini nel loro guscio
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1' 21" |
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9 |
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-
Samuel Goldenberg e Schmuyle
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2' 23" |
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10 |
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-
Il mercato di Limoges
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1' 20" |
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11 |
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-
Catacombae |
2' 39" |
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12 |
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-
Cum mortuis in lingua mortua
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1' 49" |
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13 |
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-
La capanna di Baba-Yaga sulle zampe
di gallina
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3' 22" |
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14 |
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-
La grande porta di Kiev
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5' 24" |
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15 |
Modest MUSORGSKIJ |
Una
notte sul Monte Calvo |
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10' 14" |
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16 |
Alexandr BORODIN (1833-1887) |
Nelle
steppe dell'Asia centrale |
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6' 57" |
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17 |
Alexandr BORODIN |
Danze
polovesiane dal "Principe Igor"
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11' 16" |
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18 |
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Montecarlo
National Orchestra / David Josefovitz,
Direttore - (1-15)
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1971
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The N.D.R.
Symphony Orchestra, Hamburg / Pierre
Monteux, Direttore - (16) |
Hamburg -
6/14 February 1964
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The French
National Radio Orchestra / Charles
Münch, Direttore - (17) |
1967 |
The N.D.R.
Symphony Orchestra, Hamburg / Pierre
Monteux, Direttore - (18) |
Hamburg -
6/14 February 1964 |
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Manufactured |
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Tecval
Memories SA (Switzerland) |
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Prima Edizione LP |
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Concert
Hall | SMS-2744 | (p) 1971 -
(1-15)
Concert Hall | SMS-2361 | (p) ?
- (16)
Concert Hall | SMS-2511 | (p)
1967 - (17)
Concert Hall | SMS-2761 | (p) ?
- (18)
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Edizione CD |
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De
Agostini | GMD
3/8 | 1 CD - durata 61'
51" | (c) 1990 | ADD |
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Note |
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Musorgskij
(1-15)
Musorgskij
(16)
Borodin
(17)
Borodin
(18)
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MUSORGSKIJ
- QUADRI DI
UNA ESPOSIZIONE
Nel 1874 fu
allestita a Mosca una mostra
di olii e di acquarelli del
famoso architetto russo
Victor Hartmann, intimo
amico di Musorgskij, morto
l'anno precedente. Il
musicista fu colpito dalla
straordinaria forza
espressiva di quei dipinti e
decise di tradurli in
musica. L'opera, scritta in
origine per pianoforte,
rappresenta una delle
composizioni più
interessanti che siano mai
state scritte per questo
strumento. Nel 1929, un
altro grande compositore,
Maurice Ravel, rimase
abbagliato dalla bellezza
della musica di Musorgskij e
decise di orchestrarla. Il
risultato fu sorprendente,
perché non ci troviamo di
fronte a una mera
trasposizione dalla tastiera
all'orchestra, bensì a un
accuratissimo lavoro di
reinterpretazione timbrica
dei 'caratteri', delle
immagini descritte dal
musicista russo. I quadri
sono dieci, intercalati da
un tema, la passeggiata
(Promenade), che accompagna
il visitatore lungo le sale
della immaginaria
pinacoteca. Questo tema però
non si presenta sempre
uguale, ma subisce delle
variazioni a seconda del
quadro che precede.
Il primo quadro, Gnomus,
descrive un nano zoppo e
malvagio che si aggira nella
foresta. Con il secondo
brano ci trasferiamo in
Italia: in un paesaggio
illuminato da chiarori
lunari, un menestrello canta
una canzone venata di
malinconia. Lo strumento
scelto da Ravel per intonare
questo canto lamentoso è il
saxofono contralto, che
possiede una voce calda e
vibrante assai simile a
quella umana. Tuileries è il
parco parigino dove si
svolge la terza scena: i
bambini giocano allegri
sotto lo sguardo vigile
delle governanti che però
chiacchierano tra loro. Il
ritmo è serrato ma
discontinuo, intessuto di un
dialogo divertito fra gli
strumenti dell'orchestra.
Bydlo è un pesantissimo
carro agricolo che si muove
faticosamente, trainato da
buoi: la tuba conferisce a
questa scena incredibile
realismo. Il Balletto dei
pulcini (quinta scena) è uno
schizzo delizioso, tutto
trilli e gorgheggi di
flauti, oboi e clarinetto,
sopra un grandioso pizzicato
degli archi. Samuel
Goldenberg e Schmuyle sono i
protagonisti della sesta
scena. Due ebrei, uno grande
grosso e ricco, l'altro
piccolo magrolino e querulo
si incontrano. La tracotanza
del primo, il cui tema viene
eseguito dall'intera
orchestra, si scontra con la
voce petulante e fastidiosa
del secondo, che è affidata
alla cornetta. La città di
Limoges (settima scena),
viene ricordata in un giorno
di mercato, colorita e
vivace. L'ottavo pezzo della
raccolta si riferisce a un
quadro raffigurante lo
stesso Hartmann mentre
esplora le catacombe di
Parigi alla luce di una
lanterna: Ravel sceglie per
questo pezzo le sonorità
possenti dei fiati che
dilatano la melodia. Suoni
lunghi, tenuti, si alternano
a intensità opposte, dal
fortissimo al pianissimo,
come se la luce della
lanterna illuminasse di
colpo i diversi punti delle
gallerie sotterranee.
Musorgskij in persona ci
suggerisce l'interpretazione
del brano successivo, 'Cum
mortuis in lingua mortua'
(parlando con i morti in
lingua morta): «Lo spirito
creatore di Hartmann mi
conduce vicino ai teschi
delle catacombe». Tutto si
svolge pianissimo; gli archi
eseguono la loro parte con
un tremolo trepidante e ci
fanno percepire quasi
fisicamente l'atmosfera di
intensa e grande commozione.
La 'Capanna di Baba-Yaga
sulle zampe di gallina'
evoca un mostro presente
nelle leggende russe, una
strega malvagia che abita in
un orribile antro, visitato
con grande spavento dal
musicista: la musica è
violenta e inarrestabile
sino all'estrema corsa che
sfocia ne 'La grande porta
di Kiev', epilogo trionfale,
vera e propria apoteosi di
grande e sfavillante
possanza creativa. La
grandiosità di questo pezzo
è difficilmente
descrivibile, tutto vibra di
potenza e di emozione e
l'orchestra raggiunge vette
di maestosità che di rado si
incontrano.
MUSORGSKIJ
- UNA NOTTE SUL MONTE
CALVO
Opera postuma,
questa composizione venne
orchestrata da
Rimski-Korsakov e, da
allora, è diventata uno dei
pezzi più eseguiti di
Musorgskij. La vicenda
utilizzata come programma
proviene da una leggenda: si
narra che nella notte di S.
Giovanni streghe, diavoli e
dannati si ritrovino sul
Monte Calvo per il Gran
Sabba.
Sotto la luce della luna si
svolgono le danze più
sfrenate fino al momento in
cui, ai primi barlumi del
giorno, si odono i rintocchi
dell'Ave Maria. Gli spiriti
del male allora vengono di
nuovo inghiottiti dalle
viscere della terra per
lasciar posto a una
processione di anime
redente, verso il Paradiso.
«Bisbigli sotterranei di
voci soprannaturali.
Apparizione degli spiriti
delle tenebre...
Glorificazione di Satana e
celebrazione della messa
nera... Al culmine del
Sabba, la campana della
chiesa fa udire i suoi
rintocchi che disperdono gli
spiriti delle tenebre»
questa descrizione
programmatica è
assolutamente fedele a ciò
che avviene in musica: sopra
un incessante passaggio dei
violini, in cui si alternano
due soli suoni, si staglia
il tema, drammatico e
violento, affidato agli
strumenti più cupi
dell'orchestra. Come per
incanto, dal clangore
tremendo di questa prima
parte, scaturisce un
motivetto di danza, quasi
innocente, che i legni si
rimandano, creando un
effetto simile a un'eco. Ma
ecco che la paura divampa
nuovamente e lostesso
motivo, modificato
ritmicamente nelle sue due
note iniziali, diventa
aggressivo, feroce e scuote
l'atmosfera con i suoi
bagliori sinistri. Un nuovo
tema si affaccia con
circospezione, quasi fosse
un nuovo personaggio,
caratterizzato dalla linea
melodica ascendente, ma
subito subisce anch'esso la
diabolica trasformazione: si
gonfia e accelera in un
crescendo di animazione e di
orrore. I tre temi
ritornano, si scontrano e
mescolano in una ridda
multicolore e carica di
pathos. Sono proprio i
rintocchi di campana a
decretare la fine di questi
riti macabri e orgiastici;
poi, nel silenzio, si leva
un dolcissimo canto che
accoglie l'alba e al tempo
stesso decreta la vittoria
definitiva del bene sul
male.
BORODIN-
NELLE STEPPE DELL'ASIA
CENTRALE
Questo
'Schizzo sinfonico', come lo
definì lo stesso autore
venne scritto nel 1880, in
occasione del 25°
anniversario della salita al
trono dello zar Alessandro
II. É un esempio molto bello
di musica a programma: le
distese sconfinate della
steppa vengono attraversate
da due carovane, quella dei
soldati russi che cantano
una canzone quieta e serena
e quella dei nomadi
asiatici, malinconica e
struggente. Le due melodie
si alternano, eseguite ogni
volta da uno o più strumenti
diversi, con intensità
crescente quasi a
significare un progressivo
avvicinamento. Ad un tratto
si sovrappongono, per poi
allontanarsi nuovamente.
Quello che era appena
avvenuto politicamente,
l'unificazione delle due
Russie, viene qui celebrato
musicalmente con questa
mescolanza dei due temi, che
riescono, pur senza perdere
la propria identità, a
sovrapporsi creando una
piacevole polifonia.
Entrambi i temi vengono
arricchitidalla presenza
dell'altra melodia: quale
miglior auspicio per il
futuro di una nazione tanto
grande e abitata da
popolazioni tanto diverse?
BORODIN -
DANZE POLOVESIANE DAL
“PRINCIPE IGOR”
L'opera Il
Principe Igor fu
rappresentata per la prima
volta a S. Pietroburgo al
Teatro Marijnsky il 23
ottobre 1890, dopo la morte
dell'autore, avvenuta prima
di aver concluso la sua
composizione che venne
perciò strumentata e
conclusa successivamente dal
compositore e amico
Rimskij-Korsakov. Il
libretto era stato ricavato
dallo stesso Borodin da un
anonimo poema russo del XII
secolo dove si narrano le
gesta eroiche dei principi
di Seversk, che condussero
una spedizione contro i
Polovesi, invasori di stirpe
mongola. Borodin,
appassionato studioso di
musica popolare sia russa
sia asiatica, affrontò
questo lavoro con grande
entusiasmo e il brano
orchestrale che viene
proposto nella nostra
raccolta è collocato in un
punto cruciale della
vicenda: Igor e suo figlio
Vladimir, dopo aver subito
una tremenda sconfitta, sono
prigionieri dei Polovesi e
assistono a una danza di
giovani fanciulle che
allietano i guerrieri del
campo con le loro movenze
aggraziate e sensuali. La
musica ripropone con grande
efficacia questa scena, con
un piglio 'barbarico'
alternato a momenti languidi
e dolcissimi. Il motivo
principale che è
caratterizzato da un'ampia
cantabilità, anni fa, fu
addirittura trasformato in
una canzone famosa: Strangers
in Paradise. A questa
parte si contrappone
nettamente una seconda
sezione dominata da un tema
più vivace e sfrenato che
ben si adatta alla
collocazione
storico-geografica del
balletto e si rifà alle
tradizioni musicali delle
tribù nomadi della Russia
orientale.
María
Luisa Merlo
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