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1 CD -
GMD 3/11 - (c) 1990
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I MAESTRI DELLA
MUSICA
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Gustav MAHLER
(1860-1911)
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Sinfonia
N. 4 in Sol maggiore |
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56' 44" |
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-
Bedächtig-Nicht eilen-Recht
gemächlch
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18' 09" |
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1 |
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- In
gemächlicher Bewegung
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9' 13" |
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2 |
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Ruhevoll (Poco adagio)
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19' 34" |
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3 |
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Sehr behaglich
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8' 48" |
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4 |
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Berlin Radio
Symphony Orchstra / Heather Harper, Soprano
/ Lorin Maazel, Direttore
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February
1969
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Manufactured |
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Tecval
Memories SA (Switzerland) |
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Prima Edizione LP |
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Concert
Hall | SMS-2638 | (p) 1970
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Edizione CD |
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De
Agostini | GMD
3/11 | 1 CD - durata 56'
44" | (c) 1990 | ADD |
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Note |
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Mahler
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SINFONIA
N. 4 IN SOL MAGGIORE
La Quarta
sinfonia fu composta
tra il 1899 e il 1901, ad
esclusione del finale (un
lied orchestrale su un testo
desunto dalla raccolta di
Armin e Brentano: Des
Knaben Wunderhorn) che
risale addirittura al 1892.
Il programma della sinfonia
era all'inizio molto più
vasto e si articolava in sei
movimenti, di cui solo
quattro sono invece
sopravvissuti nella versione
definitiva.
Nei ricordi di Alma Mahler
troviamo queste parole: «Un
giorno Gustav mi portò la
sua Quarta sinfonia
che non si confaceva al mio
gusto di allora. Ma ne suonò
dei brani e mi domandò se mi
piaceva. Risposi
francamente: 'le stesse cose
le ha già scritte Haydn, e
meglio'. Si mise a ridere e
disse che un giorno avrei
pensato diversamente. Lo
stesso giorno la suonammo
ancora a quattro mani.
Saltai una semicroma. Disse
ridendo: «Ti
regalo questo sedicesimo,
anche se fosse un ottavo,
anche un quarto, anzi
l'intero me stesso!››.
(Gustav Mahler, Ricordi
e lettere, Il
Saggiatore, Milano 1960). È
Mahler che ancora in questa
lettera alla giovane Alma,
che di lì a poco sarebbe
diventata sua moglie,
spiegava se stesso e la sua
musica: «Quanto mi dispiace
che tu non possa essere
presente all'esecuzione
della mia sinfonia! Al
pianoforte non se ne può
dare neppure una pallida
idea. A differenza della Seconda,
la Quarta è tutta
humor, ingenuità ecc.: sai
quel lato del mio carattere
che è per te il più
difficile da apprezzare, e
che, ad ogni modo, solo
pochissimi riusciranno ad
apprezzare anche in futuro.
Ma a te, Alma mia cara, sarà
l'amore a farti da guida, e
ti illuminerà le pieghe
anche più nascoste...››
Questa composizione, che è
oggi una delle più amate
sinfonie di Mahler, non
ottenne subito grandi
consensi. Soprattutto alcuni
dei più grandi musicisti
suoi contemporanei si
mostrarono inizialmente
piuttosto scettici e
tutt'altro che convinti.
Alma ricorda ancora
l'espressione tagliente e
senza mezzi termini che
Schönberg usò per schermirsi
dell'invito ricevuto per
assistere all'esecuzione
della Quarta: «Se
Mahler non era capace di far
niente di buono già nella Prima
Sinfonia, come è
possibile che sia capace di
far qualcosa di buono nella
Quarta?›› In seguito
però Schönberg doveva
diventare un grande
estimatore e un convinto
assertore della grandezza di
Mahler. La prima assoluta
della Quarta sinfonia
avvenne il 25 novembre 1901
a Monaco sotto la direzione
dello stesso autore e con il
soprano Margarete Michalek
come solista. L'esito non fu
quello sperato: le
impressioni e le reazioni
del pubblico furono assai
contrastanti; William
Witter, autore di memorie
mahleriane assai importanti,
assistette all'esecuzione e
disse, sconcertato, di aver
udito una vera e propria
Messa nera in musica,
deducendone addirittura,
scrisse, che il compositore
doveva essere perlomeno
impazzito.
La Quarta sinfonia
scorre dinanzi a noi come un
sogno di bambino che giunge
al suo apice nel finale,
dove il testo ingenuo e naif
racconta le delizie della
terra celeste, che appare
come un vero e proprio paese
della Cuccagna. Mahler non
finge di essere un
fanciullo, lo è e, con
questo spirito, narra la sua
esperienza dell'esistenza e
della vita extraterrena. Il
primo movimento, Con calma,
senza affrettare, attacca
con un 'tintinnare' lontano
dei flauti su cui si innesta
con grazia il tema affidato
ai violini. L'esposizione è
tutta uno sfolgorio di
immagini infantili,
festanti. La ricercatezza
timbrica per la quale Mahler
è considerato un grande
maestro, rende la narrazione
straordinariamente
interessante e viva. Poco
prima dell'inizio dello
sviluppo vengono introdotte
immagini angosciose che
prenderanno successivamente
corpo nella sezione centrale
del movimento. In questa
sezione coesistono tutte e
due le componenti:
l'ingenuità dell'infanzia e
la consapevolezza senza
speranza dell'adulto.
Affiorano qua e là
reminescenze popolaresche:
echi di fanfare, brandelli
di motivi popolari, ma la
vitalità e l'innocenza
appaiono definitivamente
compromesse. Con la ripresa
ci troviamo ancora in un
clima pervaso da dubbi e da
profonde crisi che però
progressivamente si
rasserena; a poco a poco,
difatti, il desiderio di
innocenza riaffiora e si
afferma al di sopra delle
incertezze, e i due colpi
finali dei piatti, secchi e
decisi, sembrano proprio
infantili scrollate di
spalle davanti ai pensieri
seri e gravi.
Il secondo movimento,
Tranquillo Senza fretta,
aveva inizialmente unmotto,
che fu poi eliminato: 'Sta
suonando l'amico Hein'.
Questo personaggio, nella
tradizione popolare
germanica, è la
personificazione della
Morte. Mahler chiede nella
partitura che il primo
violino suoni alcuni
passaggi con lo strumento
accordato un tono più su per
rievocare i suoni aspri dei
suonatori ambulanti. La
Morte danza in un'atmosfera
gelida e malinconica. Non vi
è, cioè, disperazione, ma
accettazione mite e passiva
dell'ineluttabile. Una
tensione verso
l'affermazione positiva del
senso delle cose che viene
ribadito nel terzo
movimento, Calmo. Questo
movimento, trasparente e
bellissimo nel suo incedere
lento e magico, così intenso
nelle sonorità lunghissime e
piene, è molto vicino
all'Adagietto della Quinta.
Tutto si svolge in uno
spazio-temporalità nuova,
dove non sono imposti i
limiti terreni. La struttura
è quella di un tema con
quattro variazioni con
l'aggiunta di una
conclusione tanto
inaspettata quanto
travolgente nel momento in
cui l'orchestra esplode in
quello che appare come un
pianto di gioia
irrefrenabile e bellissimo.
Un pianto di gioia che vuol
confermare che tutto ha un
senso, che la felicità
esiste non come premio ma
come conquista e non dopo le
cose della vita, ma dentro
di esse. E con questa
certezza il movimento può
chiudersi non certo con
gesti grandiosi e roboanti,
ma reclinandosi su di sé
lentissimo e pianissimo,
scivolando in un sonno
tranquillo e sereno. Il
Quarto movimento è
costituito dal lied Das
hímmlische Leben (la
vita celestiale) tratto
dalla raccolta già citata
precedentemente. La visione
idilliaca di questo mondo in
cui tutto è facile e felice
è interrotta ogni tanto da
ricordi tristi, da citazioni
funeste, come, ad esempio,
un passaggio del secondo dei
Kindertotenlieder.
Spesso il contrasto tra
musica e testo è
evidentissimo: il sogno ad
occhi aperti è solo un
ricordo delle speranze
infantili, incontaminate;
chi narra queste visioni sa
che sono illusioni, e quanto
più il testo rievoca
immagini gioiose e tanto più
la musica intristisce. Ma la
conclusione ci appare
consolatoria, come un
tentativo estremo e
intensamente desiderato di
sopravvivere, di opporsi
alla fine di tutto. Il
Paradiso non c'è, sembra
dirci Mahler, ma
l'illusione, se vive dentro
di noi, ci aiuta a non
morire del tutto e diventa
verità.
Maria
Luisa Merlo
Qui di seguito riportiamo la
traduzione del testo poetico
musicato da Mahler.
LA VITA
CELESTE
Godiamo le
gioie celestiali
Fuggendo le pene mortali.
Del mondo il fragore
Non giunge all'Amore!
Viviam nell'accordo divin!
Come Angeli viviamo,
Felici noi siamo!
Carole danziamo,
Cantiamo, gioiamo,
San Pietro ci guarda dal
ciel!
Giovanni qui affranca
Pagnello
Che Erode conduce al
macello!
Portiamo un paziente,
Paziente, innocente,
Amabile agnello a morir!
San Luca va il bue ad
immolare
D'un sùbito senza esitare;
Nel Cielo il buon vino
Non costa un quattrino:
E gli Angeli infornano il
pan.
Buon'erba che cresce nei
prati
D'Empireo, è manna ai beati!
Ortaggi, legumi
Ne crescono a fiumi;
Son turgidi e pronti a
saziar!
C'è l'uva, c'e il pero, c'è
il melo
C'è tutto nei prati del
Cielo!
Vuoi lepri, vuoi quaglie?
Son già nelle maglie!
Li puoi catturar!
Se il magro si deve
osservare,
I pesci nel lago o nel mare
Attendono l'esca di Pietro
che pesca
E lieti si fanno agganciare
Per Marta che dee cucinar!
In terra non v'è melodia
Del pari alla nostra armonia
Le vergini a danza
S'avvian con baldanza.
Sant'Orsola scaccia la noia!
Cecilia, con tutti i
parenti,
C'íncanta con cento
strumenti!
Le voci celesti
I sensi fan dcsti
Per renderli vivi al gioir.
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