ISTITUTO GEOGRAFICO DE AGOSTINI


1 CD - GMD 3/18 - (c) 1990

I MAESTRI DELLA MUSICA









Manuel DE FALLA (1876-1946)
L'amore stregone
14' 51"


- Introduzione escena. Dai gitani. Canzone delle pene d'amore. Lo spettro. Danza del terrore
5' 00"

1

- Il cerchio magico
2' 21"

2

- Danza del fuoco
3' 45"

3

- Pantomima. Danza della gara amorosa. Finale (Le campane del mattino)
3' 45"

4

Il cappello a tre punte

12' 24"


- I vicini
3' 17"

5

- Danza del mugnaio
2' 56"

6

- Danza finale 6' 10"

7

Notti nei giardini di Spagna

24' 27"


- En el Generalife
10' 41"

8

- Nei giardini della Sierra di Cordoba
13' 46"

9





 
Prague Symphony Orchestra / Alois Klima, Direttore- (1-4)
House of Artists - 1976
Czech Philharmonic Orchestra / Jean Fournet, Direttore - (5-7) House of Artists - 1965
Czech Philharmonic Orchestra / Jan Panenka, Pianoforte / Antonio Pedrotti, Direttore - (8-9) House of Artists - 24 November / 1 December 1962
 






Manufactured
Tecval Memories SA (Switzerland)

Prima Edizione LP
Supraphon | ? | (p) 1976 - (1-4)
Supraphon | SUA ST 50614 | (p) 1965- (5-7)
Supraphon | SUA ST 50494 | (p) 1963 - (8-9)


Edizione CD
De Agostini | GMD 3/18 | 1 CD - durata 51' 42" | (c) 1990 | ADD

Note
-













De Falla (5-7)


De Falla (8-9)

L'AMORE STREGONE
Presentata per la prima volta a Madrid nel 1915, quest'opera è una vera e propria 'gitaneria' con danze, canti, episodi parlati, diventata poi un balletto con canzoni. Il testo fu scritto da G. Martinez Sierra, ma sicuramente la matrice originaria proviene dalla tradizione popolare e dalle storie di Pastora Imperio e di Rosario la Mejorana tanto care al ricordo di De Falla.
La vicenda narrata nel balletto è fantasiosa e volutamente magica. Candelas è una giovane donna bella e appassionata che ha amato un gitano geloso, prepotente e inguaribile seduttore. Nonostante la sua vita con lui sia stata quindi una vera sciagura, ella lo ha amato e perdonato e, ora che è morto, non riesce a dimenticarlo anche se il ricordo che ne conserva è piuttosto una sorta di sogno ipnotico o una suggestione intensa e paurosa. Poi la sua giovinezza e la sua carica vitale hanno il sopravvento e, quando ritorna la primavera, si accorge che per lei giunge un nuovo amore: Carmelo. Candelas però, anche se vorrebbe abbandonarsi a questo nuovo sentimento, non riesce a liberarsi dalle catene dei ricordi e dallo spettro dell'amante che la terrorizza proprio quando Carmelo sta per esternarle il suoamore. La gitana allora deperisce a poco a poco sentendosi come stregata per colpa dell'amante defunto e Carmelo, che si era allontanato, decide di trovare un rimedio alla situazione ed escogita un piano. Sapendo dell'attrazione che il defunto aveva avuto in vita per le donne giovani e belle, si mette d'accordo con Lucia, una attraente e temeraria amica di Candelas (incuriosita dall'eccitante esperienza di sedurre uno spettro) e, quando scende la sera, torna dall'innamorata e riprende a corteggiarla; lo spettro, subito ingelosito, riappare, ma viene irretito da Lucia. In questo modo Carmelo può vincere i timori di Candelas e il bacio tra i due giovani sancisce finalmente la vittoria dell'amore sulla morte.
L'Introduzione e scena, che apre il balletto con irruenza, è una pagina breve che si smorza solo al termine e che prelude al primo episodio, Dai gitani-La notte, carico di mistero, a tratti squarciato da dissonarize violente e che si chiude con una dolce melodia dell'oboe che lancia nell'oscurità le sue note dolenti. La Canzone delle pene d'amore è a sua volta una pagina intensa e bellissima, dove la melodia in minore si basa sui modi tipici del canto popolare andaluso. L'atmosfera è cupa e triste e gli ultimi suoni si smorzano a poco a poco creando tensione e attesa. Sensazioni che vengono soddisfatte dalla rapidissima quanto efficace scena dello spettro. L'apparizione è fulminea ed evanescente ma sufficiente a creare il clima di terrore che viene definito nella scena successiva: la Danza del terrore. Si tratta di una delle pagine più belle del balletto, ricca ed estremamente brillante sia dal punto di vista timbrico sia ritmico. In un dosaggio sapiente di emozioni e di colpi di scena, abbiamo due brevissimi quadri, il Cerchio magico-Romanza del pescatore e Mezzanotte-I sortilegi misteriosi, caratterizzati entrambi da sonorità flebili e dall'andatura lenta, che preludono alla danza successiva, la celebre Danza rituale del fuoco (per scacciare gli spiriti maligni). Mistero e paura si mescolano all'inizio, quando un lunghissimo trillo degli archi e dei clarinetti evoca il tremolio delle lingue di fuoco. Il tema della danza compare una prima volta eseguito dall'oboe e riapparirà più volte ampliandosi sempre più. A questa idea tematica De Falla ne accosta una seconda più energica e la combinazione di questi due temi con l'episodio introduttivo, secondo un disegno circolare, crea proprio quella sensazione di ipnosi, di rito magico e pagano che viene narrato dalla vicenda. Il Crescendo finale, unitamente all'accordo conclusivo ripetuto con insistenza ossessiva - ventun volte - è di grande effetto. La Scena seguente è brevissima e interamente dominata da un bellissimo dialogo tra flauto e oboe. La Canzone del fuoco fatuo è appassionata e calda; l'incanto viene interrotto dalla furia con cui la Pantomima attacca, ma presto il clima muta e ascoltiamo una delle pagine più affettuose e intense del balletto. La voce amabile del violoncello ci fa udire il tema cantabile e cullante come un abbraccio, sul morbido ondeggiare dell'andatura in 6/8. Nella Danza della gara amorosa si alternano zone dolci e languide con altre tese e concitate. Bellissima e carica di intenso pathos, è la zona cantata dove la voce e il corno inglese procedono affiancati in un duetto indimenticabile. Un leggero Affrettando unito a un più marcato Crescendo, porta alla scena finale, Le campane del mattino. Passaggi fluttuanti dei legni, rintocchi di campane, un pianoforte vivace e agile fanno da corona alla voce che canta la gioia del buon esito della vicenda e un Crescendo grandioso, questa volta unito a un progressivo Rallentando che dilata e amplifica il finale, ci conduce all'accordo estremo in un clima di tripudio.

IL CAPPELLO A TRE PUNTE
Questo balletto in un atto su libretto di G. Martinez Sierra, rappresenta uno degli esempi meglio riusciti del balletto spagnolo in cui i diversi elementi dello spettacolo, dalla musica alla coreografia alla scenografia, si combinano in maniera perfetta. La sua prima realizzazione è rimasta senz'altro insuperata poiché accanto a De Falla lavorarono il famoso coreografo Massine e, per le scene e i costumi, Pablo Picasso. La prima rappresentazione avvenne il 5 giugno 1919, a Londra, presso l'Alhambra Theatre con il Ballets Russes di Diaghilev, e fu accolta dal pubblico e dalla critica con grande favore. La scena si apre con un piacevole quadro: la casa linda e decorata di fiori del giovane mugnaio e della sua bella moglie. La prima sezione del balletto (che non fa parte della suite presentata qui) ci presenta i personaggi principali c funge da introduzione alla vicenda: lei briosa, intelligente e lui impulsivo e geloso. Innamorati l'uno dell'altra è con disappunto che vedono l'arrivo del Corregidor, la massima autorità del paese, un vecchio dongiovanni desideroso di sedurre la bella mugnaia. Quando il vecchio se ne va tra i due sposi scoppia una lite perché il marito accusa la giovane di assecondare la corte ,dell'anziano nobile. Torna però presto il sereno e la mugnaia per convincere il suo sposo del suo amore; danza per lui il Fandango (che è il primo brano qui presentato). È una danza gaia e prorompente, con il suo ritmo scandito e la sua vitalità travolgente e, così spagnola, rappresenta una pagina straordinaria per come i timbri orchestrali vengono dosati e mescolati in un clima spumeggiante. Il Corregidor ha assistito di nascosto alla scena e una sola frase, goffa e vagamente sinistra, viene eseguita a questo punto dal fagotto con il compito di indicare la figura dell'intruso. Torna sulla scena la graziosa mugnaia per introdurre la Danza dell'uva, e il vecchio signore cerca di baciarla. Ha inizio così una danza movimentata in cui i due si rincorrono, l'uno sempre più infuriato, l'altra civettuola e divertita. finchè l'apparizione del mugnaio interrompe il gioco. I vicini si uniscono ai due giovani per festeggiare la fuga del Corregidor e danzano tutti insieme una festosa Seguidillas. A un tratto si sente bussare con insistenza alla porta: sono le guardie mandate dal Corregidor ad arrestare il mugnaio e la moglie, rimasta sola, canta una canzone triste e malinconica. Nel frattempo sta arrivando l'anziano signorotto che quando deve ormai solo attraversare un ponticello viene tradito dall'oscurità e cade in acqua. Così, tremante di freddo e inzuppato d'acqua, si presenta alla bella mugnaia pur senza rinunciare alle sue profferte amorose. La scena è vivacissima e comica: il signorotto con la sua arroganza cerca di intimidire la giovane e alla fine, però, riesce a sgattaiolare in casa, a togliersi i vestiti fradici e a infilarsi nel letto nuziale. Nel frattempo il mugnaio è riuscito a fuggire e, tornato a casa, scorge gli abiti del Corregidor. Credendosi tradito, decide allora di vendicarsi indossandoli. A sua volta il vecchio cerca i suoi vestiti per andarsene e, non trovandoli, si infila quelli del mugnaio. Il gioco è fatto: tornano le guardie per riprendersi il fuggiasco e arrestano invece il loro padrone. Gli equivoci alla fine vengono chiariti: il Corregidor, scornato, se ne va con le sue guardie e la gente, divertita, danza con gli sposi una Jota vivacissima e smagliante.

NOTTI NEI GIARDINI DI SPAGNA
I tre quadri che compongono quest'opera per pianoforte e orchestra sono tre suggestive impressioni che evocano con forza coinvolgente i timbri e i colori di una terra mitica, viva, sanguigna, come fu la Spagna per i compositori dell'inizio del nostro secolo. La Spagna come luogo dalla natura lussureggiante e dall'umanità vitale e passionale ma, allo stesso tempo, crudele. La Spagna con le sue danze popolari, prima fra tutte il flamenco, altere e travolgenti, ma sottese da un senso di tragicità, come le movenze delle ballerine, sensuali e sfuggenti al tempo stesso.
Un discorso a parte merita il pianoforte che qui non viene utilizzato come strumento solista, ma come parte importante dell'orchestra. Non ci troviamo quindi mai di fronte alla struttura classica del concerto, dove il pianoforte si contrappone al tutto orchestrale, bensì a una quanto mai fascinosa 'mescolanza' di timbri, potenziata da questo strumento.
La prima parte En el Generalife, l'antica residenza dei re mori a Granada, è un fascinoso notturno, che ricrea atmosfere vagamente orientali in un clima voluttuoso e sognante. Danza lontana riporta i pensieri a un luogo o a una sensazione lontana nel tempo e nello spazio, venata di una raccolta e quanto mai toccante malinconia. Con Nei giardini della Sierra di Cordoba si ritorna al clima festoso del primo brano, ma con una verve assai più accentuata e con un ritmo travolgente. Ritornano inoltre qua e là le atmosfere notturne che erano state mirabilmente tratteggiate nel primo episodio, ma qui prevale la gioia di vivere e la rutilante atmosfera di una fiesta.
Maria Luisa Merlo