ISTITUTO GEOGRAFICO DE AGOSTINI


1 CD - GMD 3/26 - (c) 1990

I MAESTRI DELLA MUSICA









Arnold SCHÖNBERG (1874-1951)
Verklärte Nacht, Op. 4
31' 00"

Alban BERG (1885-1935) Concerto per Violino e Orchestra

26' 01"
1

- Andante
11' 19"

2

- Allegro
14' 42"

3





 
Czech Philharmonic Orchestra / Vaclav Neumann, Direttore - (1)
House of Artists, Prague - 1/5 March 1975
Czech Philharmonic Orchestra / Josef Suk, Violino / Karel Ancerl, Direttore- (2-3)
House of Artists, Prague - 4/19 January 1965
 






Manufactured
Tecval Memories SA (Switzerland)

Prima Edizione LP
Supraphon | 1 10 1955 | (p) 1976 - (1)
Supraphon | SUA ST 50804 | (p) 1967 - (2-3)


Edizione CD
De Agostini | GMD 3/26 | 1 CD - durata 57' 09" | (c) 1990 | ADD

Note
-













Schönberg (1)


Berg (2-3)

SCHÖNBERG - "VERKLÄRTE NACHT", OPERA 4
Alla fine del diciannovesimo secolo, la poesia tedesca aveva trovato in Richard Dehmel, Hugo von Hofmannsthal e Detlev von Liliencron i suoi cantori più vicini allo 'Zeitgeist', lo spirito del tempo teorizzato dai pensatori dello storicismo, mentre la musica, dopo la morte di Brahms, vedeva i giovani compositori seguire il modello proposto da Richard Strauss, scrivendo musica a programma. Anche Verklärte Nacht si rifà a questo modello, e interpreta 1'omonima poesia di Richard Dehmel. Così Schönberg spiega la sua composizione: «Questo pezzo era forse un po' diverso da altre composizioni descrittive: innanzi tutto perché non era per orchestra, ma per un complesso da camera, e poi perché non illustra nessuna azione né dramma, ma si limita a descrivere la natura e a esprimere sentimenti umani. Sembrerebbe che grazie a questo atteggiamento la mia composizione abbia acquistato delle qualità che possono bastare all'ascolto anche se non si sa che cosa essa illustra o, in altre parole, essa offre la possibilità di essere apprezzata come 'musica pura'. Per questo vi farà forse dimenticare la poesia che molti oggi possono ritenere piuttosto repulsiva. Tuttavia gran parte di questa poesia merita di essere apprezzata perché descrive in modo molto poetico le emozioni provocate dalla bellezza della natura, e per l'elevato atteggiamento morale nel trattare un problema umano estremamente difficile».
Ecco il testo della poesia di Dehmel (trad. Maria Luisa Merlo):
Due persone camminano attraverso un bosco spoglio, e freddo;
la luna li accompagna ed essi la fissano.
La luna li accompagna al di sopra delle alte querce,
non vi sono nuvole che oscurano la luce del cielo,
raggiunto dalle nere cime degli alberi.
La voce della donna dice:
«Io aspetto un figlio non tuo - nel peccato cammino accanto a te.
Io ho trasgredito contro me stessa. - Io non credevo più nella felicità
e avevo un gran desiderio di vita, della felicità di diventare madre,
e desideravo compiere il mio dovere;
perciò io osai, e rabbrividendo concessi il mio corpo
all'abbraccio di un uomo estraneo,
e mi sono reputata benedetta per averlo fatto.
Ora la vita si è presa la sua rivincita, ora ti ho incontrato, oh tu».
Lei cammina con passo incerto.
Guarda verso l'alto; la luna li accompagna.
Le sue guance scure sono bagnate di luce.
La voce dell'uomo dice:
«Il bambino che porti in grembo, non deve essere un peso
per la tua anima.
Guarda, con quanto chiarore risplende il mondo intero!
In questo luogo ogni cosa è glorificata, tu sei sospinta
con me verso un mare freddo, ma un reciproco calore freme
da te verso di me e da me verso di te.
Questo trasfigurerà il bambino estraneo.
Tu lo farai crescere nel tuo ventre per me, e diventerà mio.
Tu mi hai portato gloria, tu hai fatto di me un bambino».
Egli la prende per i suoi forti fianchi.
I loro respiri si fondono nella brezza dolce.
Due persone camminano nella notte alta e chiara.
La musica di Schönberg segue di pari passo la vicenda, e ogni momento della poesia è sottolineato da un tema musicale. Abbiamo temi 'gelidi' e privi di slancio vitale che vogliono raccontare la confessione della donna, il suo matrimonio con un uomo che non ama, mentre il clima si anima quando si evoca l'accusa che ella rivolge a se stessa per il suo peccato, peccato contro l'amore, ora che cammina accanto al suo innamorato e teme che egli la disprezzi. La melodia è gridata a gran voce e la tensione raggiunge il culmine, ma si placa quando l'uomo proclama la sua sublime sentenza.
Suoni armonici abbelliti da scale con sordina esprimono la bellezza della luce lunare e introducono, sopra un accompagnamento sfavillante, un nuovo tema che si trasforma in un duo tra violino e violoncello per esprimere lo stato d'animo di un uomo «il cui amore, in armonia con lo splendore e la radiosità della natura, è capace di ignorare la tragica situazione», come dice lo stesso autore. Un nuovo tema introduce il calore dell'amore che, ripetuto ed elaborato assieme agli altri temi precedenti, porta a un successivo inciso tematico, quello della trasfigurazione del bambino che, da estraneo, diventa dell'amante. Il punto culminante viene poi raggiunto mediante una progressiva intensificazione dove il tema dell'uomo ricompare. Una lunga coda chiude il pezzo, quasi a esaltare i miracoli della natura che hanno mutato una notte di tragedia in una notte trasfigurata.
Dice ancora Schönberg:
«Non si deve dimenticare che quest'opera, alla prima esecuzione a Vienna, fu fischiata e generò tumulti e pugilati. Ma ben presto divenne una composizione di grande successo».

BERG - CONCERTO PER VIOLINO E ORCHESTRA
Questa composizione, di struggente bellezza e intensamente tragica, risale al 1935 ed è l'ultima opera che Berg poté concludere. Forse anche per questo fatto risulta così patetica e a molti è parsa quasi un vero e proprio testamento, quasi un requiem. L'occasione venne fornita al compositore dal violinista Louis Krasner, che lo invitò a scrivere un concerto per lui e Berg si dedicò con alacrità al lavoro interrompendo la tormentata stesura della Lulù tanto che il concerto fu completato in capo a un mese. Sul frontespizio vi compare una dedica: 'Alla memoria di un angelo' e si riferisce a una giovane, di diciotto anni appena, che era morta di poliomelite poco prima. Si trattava di Manon Gropius, figlia di Walter Gropius e di Alma Mahler che Berg aveva amato come una figlia e probabilmente il pensiero di lei ha ispirato la suggestiva citazione del corale bachiano 'Es ist genug' (Basta, o Signore, prendi dunque la mia anima!).
Il concerto si sviluppa secondo la nuova logica compositiva dodecafonica, teorizzata da Schönberg a cui anche Berg aveva aderito, per quanto in questa fase creativa il musicista volesse ricreare nell'ambito della serie dodecafonica alcune funzioni analoghe a quelle esistenti nella musica tonale. Infatti la serie su cui si fonda il concerto per violino è basata su un'alternanza di terze maggiori e di terze minori, che consente l'impiego di accordi perfetti che evolvono in modo allusivo intorno alle due tonalità di sol minore e di si bemolle. Le quattro ultime note della serie peraltro consentono a Berg la citazione del corale nella seconda parte dell'opera. Le parti che costituiscono il concerto sono quattro, abbinate a due a due, il che fa risultare due movimenti. All'interno di questi movimenti ritroviamo, pur sotto aspetti molto evoluti, le forme tradizionali (forma lied, imitazione, sviluppo) metodo che Berg utilizzò anche nelle sue opere liriche, Lulù e Wozzeck. Il primo movimento attacca con un Andante costituito da tre sezioni precedute da una Introduzione. La prima sezione è costruita su di una opposizione tra l'orchestra, che esegue un elemento armonico e uno melodico, e ilsolista cui è affidata la realizzazione di forme seriali in senso orizzontale (melodia a una voce). La seconda parte ha le caratteristiche di uno sviluppo, mentre la terza riprende alcuni aspetti della prima sezione tra cui anche un frammento dell'Introduzione.
L'Allegretto è uno scherzo con due trii. Il motivo principale con cui si apre l'episodio ritorna alla conclusione, mentre la parte centrale è costituita dal primo trio, seguito dal secondo e da una ripetizione del primo. Il secondo movimento si apre con un Allegro in tre sezioni, una sorta di esposizione, una parte centrale a mo' di cadenza, e una conclusiva in cui la prima sezione viene variata. La seconda parte del movimento è invece costituita da unAdagio dove predomina la citazione del tema del corale. Questa apparizione nel 'cielo grigio' della dodecafonia si staglia all'improvviso e crea un effetto di grande commozione. All'esposizione del tema del corale seguono due variazioni, una prima che contiene una imitazione a canoni, e una seconda in cui il corale viene riproposto per moto contrario. La Conclusione viene preceduta da un richiamo dell'Allegretto del primo movimento; un ritenuto Pianissimo sopra un lunghissimo suono sovracuto del solista chiude questo straordinario concerto, splendido esempio di una nuova concezione compositiva dodecafonica di Berg, che purtroppo non poté approfondire e sviluppare ulteriormente perché morì di lì a poco tempo.
Maria Luisa Merlo