ISTITUTO GEOGRAFICO DE AGOSTINI


1 CD - GMD 4/3 - (c) 1990

I MAESTRI DELLA MUSICA









Jean-Baptiste LULLY (1632-1687)
Marcia del Reggimento della Turenna
1' 04"
1

Marcia del Reggimento del Re
1' 22"
2

Fanfara per il Carosello Reale

4' 20"
3

Il borghese gentiluomo

9' 19"


- Entrée del balletto (i ballerini) 3' 50"

4

- Cerimonia turca
5' 29"

5
Jean-Philippe RAMEAU (1683-1764) Les Indes Galantes

14' 59"


- Suite 14' 59"

6
Marc-Antoine CHARPENTIER (1643-1704) Te Deum (selezione)

4' 43"
7

Il malato immaginario

10' 48"


- Ouverture 2' 38"

8

- Intermezzo 1°
1' 17"

9

- Intermezzo 2°
6' 53"

10
François COUPERIN (1668-1733) Concert Royal N. 2

10' 29"


- Preludio. Allemanda fugata. Aria tenera. aria controfugata. Eco
10' 29"

11

Concert Royal N. 4

15' 04"


- Preludio. Allemanda. Corrente francese. Corrente all'italiana. Sarabanda. Rigaudon. Furlana in Rondeau
15' 04"

12





 
Musique des Gardiens de la Paix / Désiré Dondaine (Dondeyne), Direttore - (1-3)
1967
Orchestre et Chorale des Jeunesses Musicales de France / Louis Martini, Direttore - (4-5,8-10)
1967
Orchestre Symphonique de Radio Télé Luxembourg / Louis De Froment, Direttore - (6) *
1971
Musicum Academicum de Genève / Robert Dunand, Direttore - (7) 1979
Hans-Heinz Schneeberger, Violino / Brigitte Buxtorf, Flauto / Claude Viala, Violoncello / Christian Jaccottet, Clavicembalo - (11,12)
1979
 






Manufactured
Tecval Memories SA (Switzerland)

Prima Edizione LP
Guilde Internationale du disques | SMS 2524 | (p) 1967 - (1-3)
Guilde Internationale du disques | SMS 2755 | (p) 1967 - (4-5,8-10)
Black Pearl | BPCD 2012 | (p) 1971 - (6) Compact Disc *
Concert Hall | SMS 2694 | (p) 1979 - (7)
Concert Hall | SMS 2625 | (p) 1979 - (11,12)



Edizione CD
De Agostini | GMD 4/3 | 1 CD - durata 72' 08" | (c) 1990 | ADD

Note
* Riferimento all'edizione francese del compact disc "Les genies du Classique" (CLA-CD 133);













Lully (1-3)


Lully (4-5) Charpentier (8-10)


Rameau (6) Compact Disc


Charpentier (7)


F. Couperin (11,12)

COMPOSIZIONI FRANCESI TRA XVII E XVIII SECOLO

Lully
Il fiorentino Giovan Battista Lulli (che poi francesizzò il suo nome in Lully) giunse in Francia nel 1646 alla corte di Luigi XIV, il Re Sole, ed entrò al servizio del monarca più importante di tutto il diciassettesimo secolo per diventare ben presto la personalità più in vista, e per questo motivo non molto amata, dell'ambiente musicale della corte francese. Sicuramente musicista dotato di grandi capacità, Lully si avvalse senz'altro, nella sua rapida e folgorante carriera, anche della propria determinazione e abilità che sorressero sempre le sue grandissime ambizioni. Divenne prima direttore dell'orchestra di corte, poi sovrintendente della musica del re e infine estorse a Perrini, allora in carcere, il privilegio reale. Quando morì Lully era in possesso di una delle più grandi fortune che un musicista fu mai in grado di raccogliere.
Le due marce, quella del Reggimento della Turenna e quella del Reggimento del re, e la Fanfara per il Carosello reale, qui proposte, fanno parte di quei brani che Lully componeva per le occasioni della vita di corte. Brillanti e pompose - come l'incedere delle guarnigioni di allora richiedeva - hanno un carattere serio e solenne che lascia trasparire una onesta fierezza, totalmente avulsa da eccessi o smancerie. La prima delle due marce, in particolare, rappresenta per noi una gradevolissima sorpresa, in quanto si basa su di un motivo popolare della Provenza, 'la marcia dei Re', che verrà utilizzata parecchi anni più tardi da un altro compositore francese, George Bizet, nella sua opera l'Arlesiana. La Fanfara consta invece di più movimenti, (quattro) che altro non sono se non le quattro danze più in voga in quel periodo (Marcia, Giga, Minuetto, Gavotta).
Scritta nel 1670, Il borghese gentiluomo è una composizione nata dalla collaborazione fra Lully e il grande Molière e appartiene al genere delle comédies-ballets, un genere inventato dallo stesso Molière per valorizzare lo spettacolo con la presenza del balletto e per ripristinarne altresì il significato drammatico. Il soggetto è divertente e la composizione contiene diversi episodi comici come la scena in cui viene presentato un compositore intento a comporre un récít, o la ampia e corale cantata finale, la tumultuosa 'Cerimonia turca'.

Rameau
Il balletto Les Indes galantes, che fu scritto nel 1735, si può ricondurre alla tradizione, inaugurata da Lully, delle opere a ballo con scene e pezzi vocali. La suite presentata nella nostra raccolta riunisce alcune tra le danze più popolari del tempo. L'Aria, breve e animata da una vitalità rigorosa, è scandita da un ritmo quasi marziale che si sviluppa in modo minore, con austero rigore. Il Rígaudon è invece una danza tipica del folklore della Francia del sud e sembra sia nata in Provenza o nella Linguadoca. Presso la corte di Luigi XIV era poi divenuta una delle danze più eseguite, anche se non sappiamo con certezza se il Rígaudon di corte fosse di diretta derivazione dalla danza popolare. Numerosi sono i documenti che attestano la popolarità di questo ballo alla corte di Francia; anche Madame de Sévigné in una lettera a sua figlia, datata 1673, sottolinea che «... Madame Santa Cruz trionfa nel Rigaudon». La fortuna di questa danza oltrepassò anche la Manica e in Inghilterra divenne così famosa da indurre il maestro di corte delle danze, Isaac, a comporre un Rigaudon reale per il compleanno della Regina Anna nel 1711. Anche la danza scritta da J. Philippe Rameau rispetta le caratteristiche formali di questo ballo vivace, in ritmo binario, da eseguire in coppia. Tra le altre danze che compongono la suite è da ricordare anche il Tambourín, un ballo anch'esso di derivazione popolare, proveniente dalla Provenza, dove veniva accompagnato da tamburo e cornamusa. È una danza vivace, molto scandita e caratterizzata dall'accompagnamento su di una sola nota, di solito la tonica, sempre ripetuta. Rameau compose parecchi di questi balli sia per le sue opere sia per i suoi balletti, come ricorda anche Jean Jacques Rosseau:
«... il Tambourin è un tipo di danza molto di moda oggi nei teatri francesi: è vivace, saltellante e ben cadenzato».

Charpentier
Marc-Antoine Charpentier fu il personaggio di maggior spicco, dopo Lully, nel panorama della Francia del diciassettesimo secolo. Allievo del Carissimi a Roma, imparò ad amare e ad adottare lo stile italiano. Fu lui che introdusse in Francia l'Oratorio, composizione vocale di carattere sacro, che era un genere del tutto assente nella cultura musicale d'oltralpe, tutta dedita alle opere e ai balletti. Il Te deum presentato nella nostra raccolta è uno dei quattro che Charpentier compose e che si deve aggiungere alle altre numerose opere di carattere sacro che egli scrisse per assolvere al suo compito di 'Maitre de musique' dapprima presso la principale chiesa dei Gesuiti di Parigi e, poi, presso la Sainte Chapelle. Il suo stile è limpido e la ricchezza melodica è notevole. In particolare è di considerevole interesse il preludio, suddiviso in tre parti. La prima sezione è enfatica e trionfante, e ritorna identica nella parte conclusiva, mentre l'episodio centrale è più lirico e richiama immagini di più pensoso reclinamento verso l'intimità dell'animo. Una curiosità: la prima sezione è conosciutissima forse più ai giorni nostri che all'epoca in cui fu composta, perché è stata scelta come sigla dei programmi televisivi in Eurovisione.
Quando il sodalizio artistico tra Moliere e Lully si interruppe, Charpentier sostituì il compositore italiano nella collaborazione con il grande drammaturgo. Nacque cosi la musica per Il Malato immaginario, scritta nel 1673, cui fece seguito anche il rifacimento del Maríage forcé, la cui musica era stata composta in precedenza da Lully. Con l'ascolto dell'ouverture e degli intermezzi possiamo senza dubbio apprezzare lo stile vigoroso e personale dell'autore che supera di gran lunga Lully nell'invenzione melodica, cosìfascinosa e quanto mai adatta alla scena. Non dobbiamo dimenticare che Charpentier era un fervente sostenitore dello stile italiano, e quindi del belcanto, fatto che qui si manifesta pienamente, cioè con le morbidezze delle melodie che risultano molto più efficaci della austerità dello stile di Lully, che viceversa, pur essendo nato in Italia, si era votato allo stile francese.

Couperin
I Concerts royeaux furono realizzati come concerti da camera per il Re Sole. Nella prefazione Couperin afferma che vennero eseguiti durante gli anni 1714 e 1715 e rispecchiano perfettamente il gusto assai conservatore del monarca al quale erano dedicati. Si compongono in media di cinque, sei o sette brani per diversi gruppi strumentali. Lo stesso autore specificò che era anche possibile eseguirli al clavicembalo, per quanto le specifiche  indicazioni concernenti la strumentazione, la struttura armonica e la concatenazione melodica, non lasciano dubbi circa il fatto che siano stati pensati in primis per esecuzioni orchestrali per violino, oboe o flauto, viola o fagotto e continuo. I diversi movimenti dei concerti sembrano pensati, infatti, per dare risalto ora all'uno e ora all'altro degli strumenti che compongono l'ensemble. Così nel secondo concerto il flauto viene esaltato nella sua componente malinconica nella Air tendre, mentre nel quarto, alla tristezza ancora espressa dal flauto nella Sarabanda, si contrappongono sonorità contrastanti, 'germaniche', del fagotto nella Allemanda. Non mancano anche episodi lirici, come il preludio, e vivaci, come il ritmato e saltellante Rigaudon o la deliziosa Furlana.
Maria Luisa Merlo