|
1 CD -
GMD 4/8 - (c) 1990
|
|
I MAESTRI DELLA
MUSICA
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Carl Maria
von WEBER (1786-1826)
|
Invito al
valzer |
|
9' 07" |
|
1 |
|
"Konzertstück"
per Pianoforte e Orchestra in Fa
minore
|
|
16' 18"
|
|
2 |
|
Ouverture "Il
franco cacciatore", Op. 77
|
|
9' 23"
|
|
3 |
|
Ouverture
"Oberon"
|
|
8' 30"
|
|
4 |
|
Concerto N. 1
per Clarinetto e Orchestra in Fa
minore
|
|
18' 16" |
|
|
|
- Allegro
|
6' 54" |
|
|
5 |
|
- Adagio ma non
troppo
|
5' 00" |
|
|
6 |
|
- Rondò.
Allegretto
|
6' 25" |
|
|
7 |
|
Ouverture "La
preziosa", Op. 78
|
|
8' 29" |
|
8 |
|
|
|
|
|
Orchestre des
Concerts de Paris / Pierre
Dervaux, Direttore - (1)
|
1966 |
Orchestra
dell'Opera di Vienna / Lili Kraus, Pianoforte
/ Victor Desarzens, Direttore -
(2) |
1965 |
Orchestra
Sinfonica di Radio Francoforte /
Pierre M. Le Conte, Direttore - (3)
|
1963 |
Orchestra
Sinfonica del Sudwestfunk, Baden Baden
/ Carl Schuricht, Direttore - (4) |
1962 |
Orchestra
Filarmonica di Amsterdam / Jos
D'Hondt, Clarinetto / Otto
Ackermann, Direttore - (5-7) |
1962 |
Orchestra
dell'Opera di Vienna / Hans
Swarowsky, Direttore - (8) |
1966 |
|
|
|
|
Manufactured |
|
Tecval
Memories SA (Switzerland) |
|
|
Prima Edizione LP |
|
Concert Hall
| SMS 984 | (p) 1966 | 7" |
- (1)
Guilde Internationale Du
Disque | M-198 | (p) 1965 -
(2,5-7)
Concert Hall | MMS 2095 |
(p) 1963 - (3)
Concert Hall | SMS 2293 |
(p) 1962 - (4)
Concert Hall | SMS 2441 |
(p) 1966 - (8)
|
|
|
Edizione CD |
|
De
Agostini | GMD
4/8 | 1 CD - durata 70'
30" | (c) 1990 | ADD |
|
|
Note |
|
-
|
|
|
|
|
Weber
(1)
Weber
(2,5-7)
Weber
(3)
Weber
(4)
Weber
(8)
|
"INVITO
AL VALZER"
A Klein
Hosterwitz, nell'agosto del
1819, Carl Maria von Weber
portò a compimento la
stesura di un “Rondò
brillante in re bemolle
maggiore per pianoforte solo
op. 65” che intitolò Invito
alla danza e che
dedicò a sua moglie, la
cantante Caroline
Brandt-Weber. Nel 1841
Berlioz riprese in mano la
composizione e ne curò una
trascrizione per orchestra,
mutando l'originale titolo
in Invito al valzer.
In questa versione il brano
visse una non indifferente
fortuna confortata da una
ulteriore versione per
pianoforte e orchestra a
opera di Franz Liszt. In
pratica il lavoro è composto
da quattro successive
sezioni da eseguirsi senza
soluzione di continuità: un
Moderato, un Allegro vivace,
un Vivace e, ancora, un
Moderato. La musica (come
spiegò Weber) allude ed
evoca un cavaliere che
invita, per due volte, una
dama a ballare un valzer,
ottenendone, per due volte,
un rifiuto. Segue un breve
colloquio, via via
sempre più appassionato.
Quindi, finalmente, i due
iniziano a danzare un
valzer. Al termine il
cavaliere e la dama si
salutano e scende il
silenzio. Musicalmente la
composizione è
caratterizzata da una
notevole carica mimica
egestuale evidente,
soprattutto, nelle sezioni
che rappresentano il
colloquio del cavaliere
(archi al registro grave) e
della dama (fiati) e
dall'elegante vortice sonoro
del ballo, chiuso con forza
e vigore. La passione
romantica, il senso melodico
ottocentesco rivivono con
fantasia, all'interno di una
visione ammaliatrice e
incantatrice della musica.
"KONZERTSTÜCK"
Il Konzertstück
in fa minore per pianoforte
e orchestra opera 79 fu
completato da Weber a
Berlino, la mattina del 18
giugno 1821 (il giorno della
“prima” del Franco
cacciatore) e fu
dedicato dall'autore alla
principessa Maria Augusta di
Sassonia. La prima
esecuzione ebbe luogo,
sempre a Berlino, il 25
giugno dello stesso anno.
Senza alcun dubbio il Konzertstück
è la migliore composizione
di Weber per pianoforte e
orchestra, organico per il
quale il compositore aveva
già realizzato altre
precedenti prove artistiche.
In modo analogo all'Invito
alla danza, anche
questa opera è composta da
una ininterrotta serie di
quattro movimenti che
sviluppano un programma
segreto che, in parte, si
ispira a quello proposto da
Beethoven nella Sonata per
pianoforte L'addìo
opera 81/a. L'autore ebbe
modo di spiegare la
trama nascosta nella
narrazione musicale, pur
senza metterla ufficialmente
in relazione con la sua
composizione: una castellana
aspetta da dieci anni il
ritorno del proprio
cavaliere, partito per una
crociata quando, colta da
una allucinazione, ne vede
il corpo disteso in un campo
di battaglia. Allora,
disperata, desidera morire
ma ecco che nei bagliori del
crepuscolo le giungono gli
echi di una marcia militare
che si avvicina: sono i
cavalieri che tornano
vittoriosi, e tra loro c'è
anche l'amato che la dama
può dunque riabbracciare.
Benché il soggetto del
programma sia vicino al
romanzo storico della prima
metà dell`Ottocento (ad
esempio l'Ivanhoe e La
sposa di Lammermoor di
Walter Scott) e in
particolare alla tradizione
del medioevalismo germanico
che condurrà senza svolte
eccessive ai libretti
wagneriani, l'ascolto della
musica di Weber induce a
immaginare, più che corazze
o spade e cavalli bardati,
forti passioni romantiche
con capelli al vento, pizzi,
tendaggi e sospiri in un
salotto ottocentesco.
Formalmente l'opera
rispecchia il desiderio dei
compositori colti d'inizio
Ottocento di conquistare una
sintetica narrazione
musicale che si sviluppi
senza interruzioni e che sia
anche una esibizione
soggettiva del vissuto
emotivo dell'autore
“protagonista”. È questa una
ricerca artistica che
condurrà col tempo al poema
sinfonico. Stilisticamente
il Konzertstück
presenta una scrittura
brillante e insieme
appassionata che fa perno su
una esuberante serie di
effetti pianistici che, al
tempo, portarono a un
ampliamento del campo
d'azione di questo
strumento. Incontriamo
dapprima un Larghetto ma non
troppo, molto scuro e
drammatico, a cui segue un
Allegro appassionato, nel
corso del quale la
castellana giunge al culmine
della sua disperazione. A
questo punto ascoltiamo un
Adagio, tempo di marcia
(l'arrivo dei cavalieri) e
quindi un Assai presto, con
molto fuoco (abbraccio dei
due amanti).
OUVERTURE
"IL FRANCO CACCIATORE",
OP. 77
Nel 1817
Friedrich Kind fornì a Weber
il libretto del lavoro
teatrale Il franco
cacciatore opera 77.
Il musicista completò la
stesura del lavoro della
partitura nella tradizionale
forma del singspíel (in cui
le arie sono inframmezzate
da sezioni soltanto recitate
e non cantate), a Berlino,
il 28 maggio del 1821. La
prima, trionfale,
rappresentazione ebbe luogo
alla Schauspielhaus di
Berlino il 18 luglio 1821.
Il franco cacciatore
è un'opera centrale sia
all'interno dello sviluppo
del personale iter artistico
di Weber, sia per quanto
riguarda la polemica
ottocentesca tra opera
italiana e opera tedesca. In
pratica con questo lavoro (e
con il Fidelio di
Beethoven) si pongono le
basi dell'opera nazionale
tedesca (su cui Wagner
erigerà l'immensa
architettura del suo dramma
teatrale), oltre a fornire
il “manifesto” di una nuova
tendenza musicale pienamente
romantica che, in questo
caso, riprendeva e
sviluppava il filone della
letteratura “nera” più che
mai proprio delle regioni
settentrionali dell'Europa.
Sulle orme del mito di
Faust, Weber narra del
cacciatore Max che accetta
di sottostare a un patto con
le forze infernali pur di
primeggiare. Ma dalla
perdizione prenderà
lentamente forma il
pentimento, la redenzione e
il coronamento d'amore del
giovane. L'Ouverture
sintetizza a dovere
l`atmosfera dell'opera e si
caratterizza soprattutto per
le particolarità strumentali
che rivivono le suggestive
tematiche del male
(clarinetto, archi gravi e
timpani) e della selva
misteriosa (corni) in una
drammatica alternanza di
stati d'animo, interrotta
solo dalla luminosa visione
finale.
OUVERTURE
"OBERON"
Dopo una serie
di sperimentazioni teatrali,
Weber decise di tornare a
soluzioni compositive più
tradizionali e a Londra,
nell'aprile del 1826, portò
a compimento 1'opera Oberon,
in forma di singspiel
su librettodi James Robinson
Planché, che rappresentò poi
al Covent Garden di Londra
il 12 aprile.
La trama prende spunto dal Sogno
di una notte di mezza
estate di Shakespeare
e dal poema Oberon
di Wieland, ma su questa
base tematica si viene a
sommare tutta una serie di
altri ingredienti fantastici
che fanno riferimento al
mondo cavalleresco, ad
atmosfere esotiche, a una
natura sovrannaturale e alla
stessa trama del Flauto
magico di Mozart.
Infatti anche nell'Oberon
si narra di due coppie di
amanti che sono destinate ad
affrontare dure prove di
reciproca fedeltà; le loro
vicende hanno anche modo di
intrecciarsi ai poteri di un
corno magico. L'Ouverture
dell'Oberon è uno dei
pezzi più noti di Weber. La
composizione, che fu
realizzata pochissimi giorni
prima della rappresentazione
inaugurale, scatena tutta la
vena fantastica dell'autore,
anticipando gli eventi che
avranno luogo nei successivi
atti. Il brano inizia con il
misterioso canto del corno
magico del cavaliere Huon
che apre una Introduzione
(Adagio sostenuto) a cui fa
seguito un Allegro con fuoco
in forma sonata, in cui sono
presentati, con una
favolistica visionarietà,
alcuni temi che ritorneranno
nel corso dell'opera.
CONCERTO
N. 1 IN FA MINORE
Weber realizzò
il Concerto n. 1 in fa
minore per clarinetto e
orchestra opera 73
a Monaco nel 1811, e lo
dedicò a Heinrich Baermann,
un grande clarinettista suo
amico. La prima esecuzione
ebbe luogo a Monaco il 13
giugno del 1811. Questo
lavoro, assieme al Concertino
in do minore e al Concerto
n. 2 in mi bemolle
maggiore, (anche loro
redatti nel 1811 e destinati
al medesimo organico
strumentale), testimonia
l'enorme attrazione che
Weber provò per la voce del
clarinetto. Senza dubbio
Weber trovava in questo
strumento il mezzo più
adeguato per esprimere la
propria visione del
romanticismo; una voce
appassionata, a volte
brillante, ma che senza
dubbio portava con sé anche
un certo senso del mistero,
una umbratile ambiguità. Già
l'apertura del primo
movimento (Allegro), con gli
archi che intervengono in un
registro scuro, propone una
cesura con la visione
brillante e serenamente
virtuosistica dei concerti
solistici del tempo e
conduce l'immaginazione
dell'ascoltatore in una
atmosfera pienamente
romantica, esibendo una
capacità drammatica, una
energia che all'inizio
dell'Ottocento poteva avere
un uguale paragone solo
nell'opera concertistica di
Beethoven. Il secondo tempo
(Adagio ma non troppo)
sviluppa, invece, una
situazione di abbandono
sentimentale, mentre il
movimento conclusivo (Rondò:
Allegretto) inserisce una
sezione lenta e cantabile
tra due parti coinvolte in
una più facile e luminosa
gioia.
OUVERTURE
"LA PREZIOSA" OP. 78
Nel 1820 Weber
compose a Dresda una Ouverture
e 11 brani per voce sola,
coro e orchestra, op. 78
per la commedia di Pius
Alexander Wolff La
Preziosa ispirata alla
Gitanella di Miguel
de Cervantes. L'Ouverture,
in sintonia con l'atmosfera
spagnoleggiante, è da
apprezzare soprattutto per
la sua esuberanza
coloristica. Si ascolta
dapprima una sezione
iniziale giocata sul ritmo
di bolero, segue una marcia
(elaborata sulla base di una
melodia zingaresca) e quindi
un terzo tema più
propriamente romantico. Su
questi tre temi è costruito
il successivo sviluppo.
Massimo
Rolando Zegna
|
|
|
|
|
|