ISTITUTO GEOGRAFICO DE AGOSTINI


1 CD - GMD 4/13 - (c) 1990

I MAESTRI DELLA MUSICA









Édouard LALO (1823-1892)
Sinfonia Spagnola, Op. 21
32' 25"


- Allegro non troppo
7' 43"

1

- Scherzando · Allegro molto
4' 20"

2

- Intermezzo · Allegretto non troppo
6' 33"

3

- Andante
6' 34"

4

- Rondò · Allegro
7' 16"

5
Henryk WIENIAWSKI (1835-1880) Concerto per Violino e Orchestra N. 2 in Re minore

22' 36"


- Allegro moderato
11' 51"

6

- Romance · Andante non troppo
4' 43"

7

- Finale
6' 02"

8
Aleksandr GLAZUNOV (1865-1936) Concerto per Violino e Orchestra in La minore, Op. 82

20' 22"
9





 
Czech Philharmony / Ida Haendel, Violino / Karel Ancerl, Direttore - (1-5)
House of Artists, Prague - 1964
Prague Chamber Orchestra / Ida Haendel, Violino / Vaclav Smetacek, Direttore - (6-8) House of Artists, Prague - 29 March / 2 April 1965
Prague Philharmonic Orchestra / Ida Haendel, Violino / Vaclav Smetacek, Direttore - (9) House of Artists, Prague - 29 March / 2 April 1965
 






Manufactured
Tecval Memories SA (Switzerland)

Prima Edizione LP
Supraphon | SUA ST 50615 | (p) 1964 - (1-5)
Supraphon | SUA ST 50687 | (p) 1965 - (6-8,9)


Edizione CD
De Agostini | GMD 4/13 | 1 CD - durata 75' 13" | (c) 1990 | ADD

Note
-













Lalo (1-5)


Wieniawski (6-8)
Glazunov (9)

LALO - SINFONIA SPAGNOLA
Édouard Lalo appartenne a una famiglia solida e discretamente agiata della Fiandra, anche se i suoi antenati erano di sicura provenienza spagnola. Il padre, un militare di rigidi principi, aveva combattuto a fianco di Napoleone Bonaparte, ma fece sì che il figlio, fin da bambino, si accostasse agli studi musicali. Il piccolo Édouard cominciò così a studiare il violino e il violoncello, ma quando questa inclinazione per la musica divenne più spiccata e preponderante il padre vi si oppose strenuamente perché per lui la musica non poteva diventare una professione, ma doveva rimanere nei limiti dell'educazione culturale. Édouard però non la pensava affatto così e, a soli sedici anni, se ne andò da casa per poter continuare i suoi studi presso il Conservatorio di Parigi. Lì, col tempo, ottenne una discreta fama come violinista e come insegnante, ma si convinse anche che il suo più vero e intimo desiderio era quello di comporre.
Divenne anche amico di Delacroix, e suonò in parecchi concerti di Berlioz, ma 1'avvenimento che impresse una svolta nella sua vita fu la fondazione della Société nationale, realizzata assieme ad altri musicisti quali Saint-Saëns, Romaine Bussine, e Gabriel Fauré nonché il sostegno amichevole di personalità quali Lamoureux, Sarasate, Pasdeloup e altri che gli facilitarono l'ambizione di scrivere musica. Sarasate in persona diresse le sue composizioni e, tra di esse, occupa un posto di notevole rilievo la Sinfonia spagnola, eseguita per la prima volta a Parigi nel 1875. Proprio nella seconda metà del diciannovesimo secolo quando cioè la Spagna, che la imponente catena dei Pirenei aveva fin lì fatto apparire remota, veniva gradualmente a inserirsi nel circolo culturale dell'Europa occidentale, come dimostrano le numerose composizioni di ispirazione spagnola comparse in quegli anni: dalla celeberrima Carmen di Bizet, sulla novella di Mérimée, a España di Chabrier, al Capriccio Spagnolo di Rimskij-Korsakov che sono solo alcune tra le opere che attingono al folklore iberico. Sappiamo inoltre che anche più avanti la Spagna continuò a esercitare il suo fascino su compositori come Debussy e Ravel e senza dimenticare i compositori spagnoli che 'esportarono' i motivi della loro terra in tutta Europa.
Non possiamo affermare con certezza se la sinfonia scritta da Lalo abbia un qualsiasi legame con le lontane origini spagnole della sua famiglia. È più probabile, invece, che egli abbia sentito il fascino di questa terra piena di mistero, ancora poco conosciuta e, forse proprio per questo, prepotentemente attraente. In realtà si dovrebbe parlare più di un concerto che di una sinfonia, in quanto il violino occupa una posizione di netta supremazia sull'orchestra, come un vero e proprio solista. Non va poi dimenticato il fatto che il primo esecutore fu il grande violinista Sarasate e che Lalo pensò probabilmente a lui e alle sue straordinarie doti virtuosistiche quando scrisse la sua opera. Il pezzo è comunque ricco di pathos, vivo e travolgente, in cui le citazioni folkloristiche hanno una importanza preponderante. La sinfonia comprende cinque movimenti: il primo, Allegro non
troppo, è intessuto di grande sinfonismo, virile e maestoso; il secondo, Scherzando (allegro molto), è un pezzo di grande effetto, giocato tutto su ritmi di danza dove lo strumento solista vive un momento magico di grande brillantezza, dove riecheggiano le melodie gitane e la musica, ricca di effetti timbrici assai fascinosi, ricorda i colori e i profumi e le malie delle feste andaluse. Il terzo movimento, intermezzo-allegretto non troppo, è anch'esso un brano piacevole e per nulla inferiore ai primi due ma, in alcune occasioni, soprattutto nei concerti (piuttosto che nelle registrazioni) viene tralasciato; seguono un Andante malinconico e struggente e un Rondò finale, travolgente e guizzante, come la consuetudine del tempo richiedeva.
Possiamo concludere affermando che la musica di Lalo possiede, come caratteristiche prevalenti, una melodicità possente, unita a una sensibilità ritmica assai spiccata, mentre è quasi del tutto assente il contrappunto. Dalpunto di vista armonico, si può dire che prevalgono i cromatismi, anche se non in senso strettamente wagneriano, in quanto spesso le sue melodie si sviluppano piuttosto diatonicamente con una predilezione accentuata per un certo 'colore' armonico creato dalla cosiddetta Sesta francese in alcuni casi un po' abusata.

WIENIAWSKI - CONCERTO PER VIOLINO E ORCHGESTRA N. 2 IN RE MINORE
Questo compositore polacco fu senza alcun dubbio il più grande violinista della generazione dopo Paganini. Dotato di un talento straordinano, cominciò a esibirsi sin da bambino e, a soli otto anni, mandava in visibilio le platee per la sua squisita musicalità e la sua agilità. L'attività concertistica fu pertanto sempre predominante nella sua vita: divenne primo violino alla corte dello zar oltre che anima dell'orchestra e del quartetto d'archi della Società musicale russa. Nonostante soffrisse di cuore continuò il più possibile la sua frenetica attività, e le cronache dell'epoca ricordano la sera dell'11 novembre 1878 quando a Berlino, durante l'esecuzione del suo Secondo concerto per violino, egli stramazzò a terra. Immediatamente trasportato fuori del teatro, venne sostituito dal famoso violinista Joachim che era presente in sala come spettatore. Joachim salì sul podio e raccogliendo il violino di Wieniawski pronunciò queste parole: «Poiché io non posso suonare il meraviglioso concerto del mio amico, vi suonerò una Ciaccona di Bach». Al termine dell'esecuzione egli si recò al capezzale del musicista ormai sfinito, che però ebbe la forza di abbracciarlo lungamente. L'affermazione di Joachim ci può far capire quale possa essere la maestria necessaria per eseguire l'opera di Wieniawski: il violino, difatti, deve eseguire passaggi impensabili, deve produrre effetti quanto mai sofisticati, in qualche modo assai vicini alle sonorità zigane (patrimonio culturale a cui Wieniawski attinse certamente, essendo anch'egli slavo), vi troviamo melodie travolgenti, toccanti, capaci di commuoverci sino alle lacrime, e voluttuosi allegri in cui non prevale mai il tecnicismo, ma dove l'espressività del racconto e l'arditezza dell'esecuzione si sposano in perfetta armonia.

GLAZUNOV - CONCERTO PER VIOLINO E ORCHESTRA IN LA MINORE, Op. 82
uesto compositore russo, caduto in un oblio quasi assoluto nel nostro secolo, godette invece di notevole successo durante la sua esistenza, che si sviluppò tra la seconda metà del diciannovesimo secolo e il primo trentennio del ventesimo. Figlio di un editore e di una pianista, manifestò precocemente un notevole talento musicale. Venne avviato giovanissimo sia allo studio del pianoforte sia a quello della composizione e, diventato allievo dell'allora già affermato Rimskij-Korsakov, ne divenne l'allievo prediletto. Il maestro scrisse che le abilità del giovane Glazunov non miglioravano di giorno in giorno ma, addirittura, di ora in ora. A dispetto della differenza di età, tra insegnante e allievo si stabilì quindi una solida e fattiva amicizia, accanto alla quale si sviluppò anche un altro importante sodalizio professionale, quello con il mecenate Mitrofan Beliaev, che profuse una vera fortuna per sostenere la carriera di questo giovane compositore e degli altri musicisti della nuova generazione russa. Egli, tra l”altro, fondò il Circolo Beliaev, che si riuniva ogni venerdì nella sua stessa dimora principesca e al quale aderirono tutti i grandi nomi della musica russa da Scriabin a Borodin a Rimskij-Korsakov.
Quando Glazunov scrisse il Concerto per violino e orchestra op. 82, nel 1904, era ormai un affermato musicista; giunto alla direzione del Conservatorio di Pietroburgo, aveva già effettuato numerosi viaggi nelle capitali europee più importanti, dove aveva raccolto successi di ogni tipo, dagli applausi più fragorosi per le sue interpretazioni come direttore d'orchestra ai riconoscimenti più prestigiosi, quali l'inserimento nel celeberrimo Dizionario musicale delle Università di Oxford e di Cambridge, il periodo fu in effetti uno dei più felici per l'attività creativa del musicista, che scrisse simultaneamente al Concerto per violino anche la sua Ottava sinfonia, che è considerata da un illustre studioso dell'opera del musicista russo, Boris Schwarz, la sua sinfonia più riuscita. Il Concerto per violino ebbe grande risonanza per la sua bellezza e la sua compattezza, che lo rendono godibile e coinvolgente. I movimenti che lo compongono sono tre e sono concatenati tra loro senza soluzione di continuità. Prevale un certo gusto per la coloritura orchestrale e un uso un po' particolare del cromatismo, utilizzato per evocare situazioni dal carattere languidamente esotico. Certamente a questo proposito, la grande amicizia con Rimskij-Korsakov fu determinante per sviluppare anche in Glazunov questa sensibilità. Il solista è trattato con marcato virtuosismo, ma sa anche declamare melodie intensamente liriche di un lirismo, cioè, intimo e dolcemente cantabile. Questa caratteristica è meglio ravvisabile nei primi due movimenti della composizione, il Moderato e l'Andante sostenuto, mentre nel terzo e conclusivo Allegro prevale il virtuosismo del solista, che fa proprio l'entusiastico squillo delle trombe, con cui si apre la pagina, per poi rielaborarlo compiendo vere e proprie prodezze, in un crescendo di vivacità e di gioia di vivere che, a tratti, ricordano una danza gaia e festante.
Maria Luisa Merlo