ISTITUTO GEOGRAFICO DE AGOSTINI


1 CD - GMD 4/16 - (c) 1990

I MAESTRI DELLA MUSICA









Georges BIZET (1838-1875)
Suite da "La bella fanciulla di Perth"
12' 25"


- Preludio
3' 35"

1

- Serenata
2' 03"

2

- Marcia
3' 37"

3

- Danza bohémienne
3' 10"

4

Suites N. 1 e N. 2 dalle musiche di scena de "L'Arlesiana"
20' 23"


- Preludio (dalla Suite N. 1)
6' 24"

5

- Minuetto n. 1 (dalla Suite N. 1) 3' 08"

6

- Adagietto (dalla Suite N. 1) 3' 19"

7

- Minuetto n. 2 (dalla Suite N. 2) 4' 21"

8

- Farandola (dalla Suite N. 2) 3' 11"

9

Suite N. 1 dalla "Carmen"

10' 35"


- Preludio 4' 11"

10

- Aragonese 2' 24"

11

- Intermezzo 2' 06"

12

- I Dragoni di Alcala
1' 44"

13

Suite N. 2 dalla "Carmen"
19' 56"


- Marcia dei contrabbandieri
4' 31"

14

- Habanera 1' 47"

15

- Notturno 4' 50"

16

- Cambio della guardia
3' 57"

17

- Danza bohémienne
4' 51"

18





 
Orchestre des Concerts Pasdeloup, Parigi / Walter Goehr, Direttore - (1-9)
1962
Orchestra Nazionale dell'Opera di Monte-Carlo / Paul Paray, Direttore - (10-18) 1971
 






Manufactured
Tecval Memories SA (Switzerland)

Prima Edizione LP
Concert Hall | SMS 2146 | (p) 1962 - (1-9)
Edito-Service S.A. Genève | ES 4047 | (p) 1987- (10-18)


Edizione CD
De Agostini | GMD 4/16 | 1 CD - durata 63' 29" | (c) 1990 | ADD

Note
-













Bizet (1-9)


Bizet (10-18)
 

SUITE DA "LA BELLA FANCIULLA DI PERTH"
Nel 1860 Georges Bízet lasciò Roma per tornare a Parigi, doveiniziò subito una frenetica attività professionale che comportava la riduzione pianistica di diverse opere liriche di altri autori,trovando, però, anche il tempo per dedicarsi alla genesi di propri nuovi lavori teatrali, contro e nonostante la vivace ostilità della criticamilitante che lo tacciava, soprattutto, di essere un 'verista' o, all'occorrenza, un 'wagneriano'. Tanto che la sua opera I pescatori di perle (compostatra l'aprile e l'agosto del 1863 e andata in scena al Teatro Lirico di Parigi il29 settembre dello stesso anno) fu accolta in maniera tiepida e sorte non migliore fu riservata anche a La bella fanciulla di Perth ('La jolie fille dePerth') un'altra opera, in quattro atti, che Bizet realizzò su un libretto di J.H.V. de Saint-Georges e di J. Adenis, a sua volta ispirato all'omonimoromanzo dello scrittore scozzese Walter Scott ('The fair maid of Perth'). Il lavoro completato da Bizet entro il '66 fu eseguito per la prima volta alTeatro Lirico di Parigi il 26 dicembre 1867.
La partitura dell'opera risente in qualche modo dell'esempio di Charles Gounod che era divenuto amico di Bizet dopo esserne stato insegnante di composizione (in sostituzione del proprio suocero, P. Zimmermann) al conservatorio di Parigi frequentato dal giovane Georges. La trama dell'opera si svolge in Scozia e narra delle esperienze amorose di Catherine Glover, fanciulla bellissima corteggiata da numerosi spasimanti. La musica, dal canto suo, mescola situazioni compositíve molto diverse che coinvolgono atmosfere carnevalesche, tzigane, notturne, esotiche e oleografiche tenute assieme a un piacevole gusto del divertíssement.
La suite tratta dall'opera è composta da quattro movimenti, tutti caratterizzati da ottime qualità di strumentazione e da una notevole sensibilità negli impasti timbrici che offre l'adeguato colore a un discorso formale che procede con elastica e sinuosa scorrevolezza. Ascoltiamo dapprima un Preludio che inizia sul sospettoso pizzicato dei bassi, raddolcito dagli interventi dell'arpa. L'ovattata atmosfera assume toni ancor più pastello con l'intervento dei due flauti per poi lentamente acquistare forza, fino a lanciarsi in un'ampia frase degli archi. Il successivo episodio compositivo non fa che confermare questo tono generale che bene raffigura le situazioni amorose narrate dalla trama: i due flauti si intrecciano su un dolcissimo pizzicato degli archi e anticipano una sezione più sostenuta da cui spicca la voce dell'oboe. Quindi nuovamente i flauti soli si impegnano in una specie di breve cadenza chiusa lentamente, e con toni sfumati, dall'orchestra. La Serenata che segue è invece occupata quasi per intero da un motivo cantabile affidato agli archi, interrotto brevemente da qualche inflessione più robusta e concluso con toni di suggestiva sospensione formale. Quindi tocca a una Marcia, aperta dalla grottesca camminata di un fagotto. Il suo disegno viene ripreso altre tre volte in un crescendo orchestrale esaltante che gli affida toni sempre più marcati e luminosi. A questo punto il motivo subisce una elaborazione tematica che lo carica di differenti inflessioni e lo conduce a un nuovo picco orchestrale, declamato a gran voce. Chiude la suite una Danza bohémienne caratterizzata da una interessante circolarità formale. Il tema base viene dapprima esposto con delicatezza dall'arpa e dal flauto, quindi viene incessantemente ripetuto in un procedimento compositivo che progressivamente gli conferisce corpo e personalità. Il motivo si dipana, si irrobustisce, si apre gioiosamente e quindi, quasi di colpo, acquista rapidamente velocità e i toni di una danza sfrenata nell'occhio di un vortice sonoro.

SUITES N. l E N. 2 DALLE MUSICHE DI SCENA DE "L'ARLESIANA"
Nel 1872 Bizet compose le musiche di scena per il dramma di A. Daudet L'Ar1esiana, la cui trama molto simile a quella della Carmen si svolge in Provenza e racconta della passione di Frédéric per la sconosciuta Arlesiana; un amore che condurrà il ragazzo al suicidio, mentre il fratello minorato del giovane, Innocent, acquisterà miracolosamente la ragione. Bizet preparò per il dramma ventisette pezzi (destinati a un organico ridotto di soli ventisei strumenti) che mostrano una ricerca compositiva estremamente avanzata per il tempo. Dalle musiche di scena Bizet elaborò poi una prima suite di quattro brani, mentre, dopo la morte del compositore, Ernest Guiraud ne organizzò una seconda. Qui viene presentata una selezione delle due suite in cui i primi tre brani appartengono alla prima e i rimanenti due alla seconda.
Si inizia con un Preludio (Allegro deciso - Tempo di marcia, Andantino, Andante molto). La prima sezione è composta da una serie di variazioni su una marcia, la seconda incarna nella melodia del sassofono la figura di Innocent, mentre la terza descrive mirabilmente il carattere passionale di Frédéric. Dopo un Minuetto (Allegro giocoso) tripartito, energico e nervoso segue un Adagietto, eseguito dagli archi con sordina. Il brano, di straordinaria bellezza, vive di una incandescente affettuosità, innalzata a vertici quasi religiosi. Il secondo Minuetto (Andantino quasi allegretto) è un arrangiamento di un brano che ne La bella fanciulla di Perth accompagna la scena in cui il duca corteggia la zingara Mab (terzo atto). Nella conclusiva Farandola (una danza provenzale, nei tempi Allegro deciso-tempo di marcia, Allegro vivo e deciso) Bizet utilizza, per la sezione che anticipa lo sfrenato ballo, del materiale tratto dalla marcia del Preludio.

SUITES N. l E N. 2 DALLA "CARMEN"
Subito dopo la prima esecuzione delle musiche di scena per L'Arlesiana Bizet si dedicò alla stesura di una nuova opera, la Carmen, che fu completata (nel 1874) secondo i canoni dell'opéra-comique e quindi con l'inserimento di dialoghi parlati all'interno della trama musicale. Successivamente, alla morte di Bizet, il compositore Ernest Guiraud soppresse però una parte di questi dialoghi e musicò a mo' di recitativo i restanti dando all'opera la fisionomia che conosciamo. Il libretto su cui aveva lavorato Bizet era stato redatto da H. Meilhac e da L. Halévy (suocero del musicista) che si erano ispirati, molto liberamente, all'omonima novella di Prosper Mérimée. Sebbene oggi Carmen sia considerata uno dei capolavori teatrali che hanno maggiormente determinato lo sviluppo del melodramma ottocentesco, al momento della sua prima rappresentazione (avvenuta all'Opéra-Comique di Parigi il 3 marzo 1875) fu accolta molto freddamente precipitando il compositore in una profonda crisi depressiva che senza alcun dubbio ebbe un peso nella sua prematura morte. Bizet, difatti, morì soltanto tre mesi dopo in circostanze misteriose e non ancora del tutto chiarite (forse un'infezione o, forse, addirittura il suicidio). Pochi mesi ancora e la Carmen avrebbe invece trionfato a Vienna.
La trama si svolge in Spagna e narra del folle amore del brigadiere dei dragoni don José, sedotto dalla sigaraia Carmen. La passione spinge José ad abbandonare il suo primo amore, Micaela, e a disubbidire agli ordini dei superiori. Il militare è quindi costretto alla diserzione e a unirsi a un gruppo di contrabbandieri e quando Carmen, ormai stanca di lui, deciderà di lasciarlo per concedersi al torero Escamillo, don José non esiterà a pugnalarla a morte.
Se al momento della sua prima rappresentazione la musica di Carmen creò un vero e proprio scandalo, oggi non possiamo che apprezzare le premonizioni veriste, il realismo psicologico dei suoi personaggi, la solidità di struttura, l'immediatezza sonora e, soprattutto, la perfetta miscela che sintetizza gli aspetti diversi di una inventiva melodica e coloristica.
La prima suite comprende quattro brani. Nel Preludio si ascolta la roboante marcia dei toreri (tratta dal quarto atto) che incastona la celeberrima canzone di Escamillo del secondo atto (esposta dagli archi sul pulsare dei fiati in un perfetto equilibrio di cantabilità e di vigore scattante). Segue un motivo drammaticissimo dei bassi accompagnato dal tagliente tremolo dei violini e dai rimbombi dei timpani. Il secondo tempo è una Aragonese (Allegro vivo) che definisce la scena della piazza davanti all'arena del quarto atto. La musica sembra vivere della luce assolata di un giorno di festa in attesa della corrida a cui rendono giustizia le suadenti melodie e il malizioso e ritmatissimo intreccio dei vari strumenti. Tocca quindi a un Intermezzo (Andantino quasi Allegretto) che tratteggia il paesaggio di montagna in cui si svolge il terzo atto. Il candido e fresco motivo che lo caratterizza è successivamente affidato al flauto, al clarinetto e all'oboe, prima di essere esposto da tutta l'orchestra. Il tema base dell'ultimo movimento, I Dragoni di Alcala (Allegro moderato), è tratto dalla gaia melodia eseguita da José nel secondo atto, dopo la sua uscita di prigione.
La seconda suite è aperta dalla Marcia dei contrabbandieri a cui segue la celeberrima Habanera (nell'opera cantata da Carmen) che incarna tutta l'energia ammaliante e sinuosa della giovane donna. Quindi si passa a un Notturno e, successivamente, a un brano intitolato Il cambio della Guardia che inizia con gli squilli di una tromba militare per farsi poi via via sempre più marziale ed elaborato. Per ultimo si ascolta una Danza bohemienne dalle inflessioni zingaresche che presenta un'esposizione circolare e continua che conduce progressivamente a una conclusione eccezionalmente sfrenata.
Massimo Rolando Zegna