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2 CD's
- SM2K 47 576 - (c) 1992
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2 LP's -
M2S 675 - (p) 1962 |
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1 LP -
MS 6197 - (p) 1960 |
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GUSTAV MAHLER
(1860-1911) |
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Compact Disc 1
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74' 39" |
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Symphony
No. 3 *
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99' 47" |
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1. Kräftig. Entschieden |
33' 21" |
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2. Tempo di Menuetto |
10' 11" |
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-
3. Comodo. Scherzando |
18' 08" |
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-
4. Sehr langsam. "O Mensch" |
8' 46" |
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-
5. Lustig im Tempo. "Es sungen drei
Engel" |
4' 13" |
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Compact Disc 2 |
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70' 49" |
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6. Langsam. Ruhevoll |
25' 08" |
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3
Rückert-Lieder **
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-
"Ich atmet einen linden Duft" |
2' 54" |
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-
"Ich bin der Welt abhanden gekommen" |
6' 36" |
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-
"Um Mitternacht" |
7' 03" |
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from
"Des Knaben Wunderhorn" **
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-
"Das irdische Leben" |
2' 53" |
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Kindertotenlieder
***
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-
"Nun will die Sonn so hell aufgehn" |
5' 56" |
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-
"Nun seh ich wohl, warum so dunkle
Flammen"
|
5' 08" |
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-
"Wenn dein Mütterlein" |
5' 37" |
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-
"Oft denk ich, sie sind nur
ausgegangen" |
2' 43" |
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-
"In diesem Wetter" |
6' 38" |
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Symphony No. 3 |
Lieder
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Martha
Lipton,
Mezzo-Soprano (4)
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Jennie
Tourel, Mezzo-Soprano |
Women's
Chorus of the Schola Cantorum
/ Hugh Ross, Chorus Master (5) |
New
York Philharmonic |
Boys'
Choir of the Church of
Transfiguration / Stuart
Gardner,, Chorus Master (5)
|
Leonard
BERNSTEIN |
New
York Philharmonic |
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Leonard
BERNSTEIN
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Recording: Manhattan Center, New
York City, April 3, 1961 *
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Recording: St. George Hotel,
Brooklyn, New York, February 8, 1960 **
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Recording: St. George Hotel,
Brooklyn, New York, February 16, 1960 *** |
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Producers |
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Howard
H. Scott (Kindertotenlieder)
John McClure (Symphonies No. 3) |
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Registrazione:
live / studio |
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studio |
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Prima Edizione LP |
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Columbia
"Masterworks" | M2S 675 | (2 LP's)
| durata 43' 15" & 56' 11" |
(p) 1962 | Analogico (Symphony No.
3)
Columbia "Masterworks" | MS 6197 |
(1 LP) | durata 45' 28" | (p) 1960
| Analogico (Lieder)
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The Royal Edition
CD |
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Sony
"The Royal Edition" [No. 46 of
100] | SM2K 47 576 | (2 CD's) |
durata 74' 39" & 70' 49"
| (c) 1992 | ADD |
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Note |
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Cover
Painting: His Royal Highness The
Prince of Wales -
Allt-na-Giubhsaich, Balmoral, 1991
- © A.G. Carrick Ltd.
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MISTERO
DELL'UNIVERSO E RINUNCIA
AL MONDO
A parte
qualche movimento di musica
da camera e alcune idee
operistiche di scarso
rilievo, Gustav Mahler curò
soltanto due generi
musicali: il lied e la
sinfonia. Questo “soltanto”
naturalmente non va inteso
in senso riduttivo, al
contrario: da questa
apparente limitazione nacque
una ricchezza creativa di
nuove forme e nuovi
caratteri musicali.
Nell'opera di Mahler vengono
amalgamati due elementi che
erano sembrati
inconciliabili: da una parte
quello estremamente intimo e
personale, e dall’altra la
pretesa del colossale e
dell’universale. Sin
dall’inizio i suoi lieder
sono concepiti come
composizioni orchestrali,
mentre le sinfonie
comprendono elementi vocali
impiegati nei modi più
diversi: come lirica oppure
narrazione epica, come
concetto filosofico oppure
preghiera mistica. Intima
espressione di sentimento e
un immenso apparato
orchestrale, tenera dolcezza
e dimensione sinfonica si
alternano e si fondono in
una maniera che non ha
paralleli nella storia della
musica. Le opere presentate
in questa incisione ne sono
un perfetto esempio.
Mahler iniziò la
composizione della Terza
sinfonia nell’estate del
1895 completandola l’anno
successivo. Nel novembre
1896 Arthur Nikisch eseguì a
Berlino per la prima volta
il secondo movimento, col
titolo Was mir die
Blumen der Wiese erzählten
(Quello che mi raccontarono
i fiori del prato). Anche
altri movimenti furono
eseguiti da soli, ma la
première della sinfonia
completa ebbe luogo soltanto
il 9 giugno 1902 in
occasione della Allgemeines
Deutsches Tonkünstlerfest
(Festa dei musicisti
pantedesca) a Krefeld.
L'opera è divisa in due
sezioni. La prima è
costituita da un unico
movimento di dimensioni
colossali. Segue una seconda
sezione formata da cinque
movimenti più brevi: un
movimento strumentale
intitolato Tempo di
Menuetto, uno Scherzo
con trio (anch’esso
strumentale), un assolo per
contralto su un testo di
Friedrich Nietzsche, un
movimento corale per voci
femminili e voci bianche su
un testo dal “Corno
meraviglioso del fanciullo”
e un lento Finale - di nuovo
puramente strumentale.
È significativo che
all’inizio furono eseguiti
soltanto singoli movimenti:
ciascun movimento è infatti
strutturato in modo unitario
e “parla” - per così dire -
con un proprio linguaggio
individuale. E tuttavia tra
i vari movimenti esiste una
relazione assai particolare,
ed essi sembrano derivare
l’uno dall’altro. In questo
contesto è importante sapere
che Mahler all’inizio aveva
assegnato titoli poetici ai
vari tempi, i quali si
completano formando un
programma globale e rivelano
un concetto al di sopra
della musica: "La mia
sinfonia sarà qualcosa che
il mondo non ha ancora
sentito” scrisse alla sua
sposa di allora Anna von
Mildenburg durante il lavoro
di composizione, “l’intera
Natura vi ha una voce e
racconta cose profondamente
misteriose, che forse si
presagiscono soltanto in
sogno! Ti dico che a volte
io stesso ho un sentimento
inquietante in certi
passaggi, e mi semhra quasi
di non essere stato io ad
averli scritti. Se soltanto
riuscissi a completare tutto
come l’ho in mente.”
All’origine Mahler voleva
assegnare alla sinfonia il
titolo “Die fröhliche
Wissenschaft’ Ein
Sommermorgentraum (“La
scienza felice” Un sogno
d’un mattino d’estate),
ispirato da Nietzsche. Nei
vari piani per la sinfonia
il numero dei movimenti
variava da sei a sette. La
forma definitiva con sei
movimenti presenta la
seguente disposizione:
I. Il
risveglio di Pan. L’estate
inizia.
II. Quello
che mi raccontano i fiori
dei prati.
III. Quello
che mi raccontano gli
animali della foresta.
IV. Quello
che mi racconta la notte
(l’uomo).
V. Quello
che mi raccontano le
campane del mattino (gli
angeli).
VI. Quello
che mi racconta l'amore.
In numerose
lettere e conversazioni
Mahler si è espresso in
maniera più
particolareggiata, ad
esempio riguardo al primo
movimento: “Quasi non è più
musica, ma soltanto suoni
della Natura. E fa venire i
brividi come, dalla materia
immobile e priva di vita
(avrei anche potuto
intitolare il movimento:
‘Quello che mi raccontano le
montagne rocciose’), la vita
nasce gradualmente finché, a
poco a poco, va
differenziandosi in forme di
sviluppo sempre più elevate:
fiori, animali, uomini, fino
al mondo degli spiriti e
degli angeli.” E in un’altra
occasione sul Finale: “Il
motivo di questo movimento
è: ‘Padre, guarda le mie
ferite! / Non permettere che
venga abbandonata una
creatura!’ Capisci quindi di
cosa si tratta? Si tratta di
descrivere la vetta e il
gradino più alto dal quale
si può osservare il mondo.
Potrei intitolare il
movimento: ‘Quello che mi
racconta Dio!’ E proprio nel
senso che Dio può essere
inteso soltanto come
‘amore’. E così la mia opera
costituisce un poema
musicale che abbraccia tutti
gli stadi dello sviluppo in
un crescendo progressivo.
Incomincia con la natura
senza vita e cresce salendo
fino all’Amore Divino! Per
qualche tempo gli uomini
avranno un bel rompicapo da
risolvere coi frutti che
faccio cadere dall’albero.”
Tuttavia, come fece anche in
altri casi, Mahler eliminò
tutti i titoli dall’edizione
della partitura, poiché più
tardi fu dell’opinione che
una musica “per la quale sia
necessario spiegare prima
all’ascoltatore l'esperienza
che essa contiene, non ha
alcun valore”. Tuttavia come
punto di riferimento -
oppure, come dice Mahler -
“per dare all`ascoltatore
qualcosa da portare con sé
come aiuto durante il
cammino che voglio
percorrere insieme a lui”,
questi titoli rimangono
validi ancora oggi.
Oltre a questo la sinfonia
naturalmente può essere
interpretata anche come
“musica assoluta”, e come
tale essa rivela la tecnica
compositiva estremamente
innovativa di Mahler: egli
collega in modo particolare
i due tipi principali di
strutturazione formale - il
principio dello sviluppo e
dell’ordinamento. Accanto
alle conformazioni
tradizionali - come ad
esempio la fusione di
tecniche di sviluppo
(elaborazione dei motivi ed
elaborazione
contrappuntistica) con 1a
forma della variazione e del
lied - si incontrano forme
libere di sviluppi continui
ed episodi uniti insieme
come collages. Molta
della sua musica non può
essere definita con i vecchi
concetti formali come la
forma-sonata, il lied, il
rondò oppure la variazione;
al loro posto appaiono
invece combinazioni di
queste forme, ciascuna delle
quali esigerebbe una propria
definizione. Ciò vale
soprattutto per il primo
movimento. La coesistenza di
vari procedimenti musicali
l’uno accanto all’altro,
spesso anche la loro
opposizione, la loro
attribuzione a volte “non
motivata", sono aspetti che
oppongono le esigenze
dettate dall’unità
sinfonica. Ma - per citare
Theodor W. Adorno - “esiste
nella musica una armonia
d’ordine più elevato che
sospende quella stilistica”.
Ora, questo ordine più
elevato non è più (o meglio,
non è più soltanto) quello
della sinfonia classica e
romantica, cioè di un
insieme organico che si
sviluppa in maniera
dialettica, ma qualcosa di
nuovo in cui sussistono
elementi disparati, rotture
formali, disarmonie,
contraddizioni e
sovrapposizioni Si è tentati
di pensare alla tecnica di
narrazione del film. Ma
mentre nella musica
puramente programmatica (ad
esempio nella Sinfonia
delle Alpi di Richard
Strauss) si ha l’impressione
di un film documentario che
scorre descrivendo un
avvenimento in maniera
realistica, Mahler modella
la sua musica con grande
fantasia - si potrebbe quasi
dire surrealisticamente -
combinando impressioni
diverse: la sua “tecnica
cinematografica” è quella
del collage in cui
le “scene” eterogenee
vengono inserite una dopo
l’altra, sovrapposte e
quindi interrotte.
Con ciò si manifesta
l'ambivalenza storica: la
musica di Mahler è definita
da una parte dagli elementi
che sono sopravvissuti dalla
tradizione sinfonica verso
la quale egli si sente in
dovere, e dall’altra da
elementi nuovi coi quali
molti dei suoi procedimenti
compositivi preannunciano
già alcune pratiche più
tarde. L’ultimo grande
sinfonista proveniente dalla
tradizione del
diciannovesimo secolo
diventò il pioniere di nuove
possibilità musicali. Quando
importanti musicisti
contemporanei - si pensi a
György Ligeti, Luciano Berio
o Wolfgang Rihm - nelle loro
composizioni si riferiscono
in modi diversi a Mahler,
una delle ragioni è proprio
il suo metodo specifico di
creare una relazione
musicale.
I lieder di Mahler su testi
di Friedrich Rückert - i
cinque Kindertotenlieder
(Lieder per i bambini morti)
e i nn. 3-7 dei Sieben
Lieder aus letzter Zeit
(Sette canzoni recenti) -
nacquero tra il 1901 e il
1904. Già dai titoli appare
evidente il loro umore
fondamentalmente elegiaco e
l'esperienza della
solitudine e della
rassegnazione. Il titolo di
uno dei lieder, Ich bin
der Welt abhanden gekommen
(Sono ormai scomparso al
mondo), rappresenta alla
perfezione l’umore
complessivo di questi brani.
Friedrich Rückert
(1788-1866) è entrato nella
storia della letteratura
tedesca come geniale maestro
della lingua, dotato di un
enorme talento per le
“costruzioni” poetiche
estremamente artificiose.
Accanto alle classiche forme
poetiche come il sonetto,
egli curò soprattutto il
Ghasel e simili artifici
poetici della lirica
orientale. (Come professore
di filologia orientale
tradusse anche dal persiano,
arabo, ebraico, armeno,
etiope, copto e sanscrito.)
Le sue poesie apparvero in
raccolte copiosissime, a
dozzine e a centinaia se non
a migliaia - soltanto il
ciclo dei
“Kindertotenlieder” steso
tra il 1832 e il 1834 e
stampato nel 1872 dopo la
sua morte comprende ben 400
poesie!
Cosa può aver stimolato
Mahler a musicare proprio
questo autore? In parte fu
certamente la tematica. Come
formulò Theodor W. Adorno,
nei testi di Rückert vi è
“un germoglio di sentimento
indomito e smisurato, anche
un elemento di triste
profondità, che sembra aver
atteso proprio Mahler”. Ma
oltre a una tale affinità di
umore, la sensibilità
artistica di Mahler,
consapevolmente o no, deve
aver percepito anche un
altro tipo di affinità
elettiva, e fu certamente
attratta dal contrasto
linguistico nei testi di
Rückert: la strana
combinazione di
artificiosità elaborata e di
sentimento genuino che
scaturisce all’improvviso.
Chi potrebbe ad esempio
sottrarsi al fascino di “Nun
will die Sonn so hell
aufgehn” (Il sole sta per
levarsi così chiaro) rimata
in maniera rigida e allo
stesso tempo talmente
sentita? Questa ambiguità
poetica si addice
meravigliosamente alla
musica di Mahler: anche in
essa l’elemento “studiato”
muta improvvisamente in
sentimento commovente;
l'espressione creata
artificialmente e
l’espressione naturale sono
praticamente indivisibili.
Il pericolo di un eccessivo
sentimentalismo viene
evitato con inattese svolte
nella tecnica musicale. In
particolare l’impiego di
mezzi armonici -
l'offuscamento oppure lo
schiarimento tramite il
cambiamento dal modo
maggiore al minore, come
anche i mutamenti di
significato enarmonici che
simili a un cambiamento di
luce creano una nuova
prospettiva - servono a
produrre gli effetti più
straordinari.
Il lied Ich atmet einen
linden Duft (Respiravo
un dolce profumo) rivela una
particolare prossimità al
testo. Linguisticamente la
poesia gioca sulle due
parole Linde
(tiglio) e lind
(dolce), dal significato
diverso ma dal suono simile,
e sulle loro derivazioni ed
allusioni. Gli artifici
poetici coi quali Rückert
crea il dolce quadro
suggestivo (paronomasia,
allitterazione, rima interna
e rima finale), Mahler li
realizza musicalmente
derivando - analogamente a
un procedimento poetico -
tutte le strutture melodiche
da un motivo “germinale”,
variandole, sviluppandole in
continuazione e unendole
insieme in un leggero
intreccio di linie. Non
sempre un simile adattamento
coerente del testo risultò
possibile o sensato, ma la
tendenza a una adeguata
corrispondenza musicale è
evidente in numerosi
esemplari. Nel lied Um
Mitternacht (A
mezzanotte), ad esempio, con
ogni strofa il concetto
centrale viene presentato
con un carattere diverso,
fino alla conclusione
rapsodica il cui pathos
singolare deriva soprattutto
dalla strumentazione
insolita - fiati con arpa e
pianoforte arpeggiato.
Il trattamento
dell’orchestra in entrambi i
gruppi di lieder merita
un’attenzione particolare.
Infatti non si tratta, come
spesso, di lieder scritti
per pianoforte e strumentati
in un secondo momento (come
ad esempio nel caso del
giovane Richard Strauss o
della maggioranza dei
contemporanei) ma di lieder
concepiti sin dall’inizio
come composizioni
orchestrali. L’apparato
sinfonico viene messo al
servizio del sentimento
lirico. Mahler vi impiega
raramente la sonorità del
tutti orchestrale. Un ottimo
esempio è il lied In
diesem Wetter (Con
questo tempo): all’inizio va
eseguito mit ruhelos
schmerzvollem Ausdruck
(con espressione di dolore
inquieto), ma senza
l`impiego dei tromboni, che
nei Kindertotenlieder
addirittura mancano del
tutto; dopo l’inizio
sconvolgente la musica
diventa allmählich
langsamer
(gradualmente più lenta) e
quindi, col langsam, Wie
ein Wiegenlied (lento,
come una ninnananna),
conclude nel pianissimo
(ppp) più tranquillo.
Di solito gli strumenti sono
impiegati in modo
cameristico, col risultato
di una ricca varietà di
colori. Sono notevoli le
caratteristiche combinazioni
sonore per ciascun lied,
impiegate non solo per
evocare un’atmosfera ma
anche come elementi fonnali:
si osservi il schwer,
dumpf (pesante e cupo)
dialogo tra il corno inglese
e il fagotto all’inizio e
come gruppo centrale nel Wenn
dein Mütterlein
(Quando la tua mammina);
oppure la combinazione di
archi e corni in Oft
denk ich, sie sind nur
ausgegangen (Spesso
penso che siano soltanto
usciti) - una reminiscenza
del vecchio romanticismo del
corno del postiglione. La
vivacità sonora non viene
creata soltanto con
l’alternanza degli
strumenti, ma anche con
sfumature nella dinamica:
non di rado alcuni singoli
strumenti suonano in piano
ed altri contemporaneamente
in forte - gli uni eseguono
un crescendo mentre gli
altri diminuiscono di
intensità. Altrettanto
differenziate sono le
indicazioni agogiche:
ritardandi, accelerandi,
arresti esitanti,
l’improvviso incalzare.
Tutte queste caratteristiche
del trattamento orchestrale
di Mahler rendono chiaro
come egli unisce le
esperienze raccolte nella
tecnica sinfonica con la
tendenza a creare un
psicogramma sublime.
Naturalmente il canto rimane
il vero portatore del
messaggio artistico, ma esso
non è più separabile
dall’intreccio strumentale -
“melodia” e
“accompagnamento”
orchestrale sono fusi in una
unità più elevata di lirica
musicale.
Volker
Scherliess
(Traduzione:
© 1992 Claudio
M. Perselli)
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